ROMA. Stretta sulla durata della cassa integrazione ma estensione degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro anche ai lavoratori delle imprese tra i 5 e i 15 dipendenti per 1,4 milioni di persone in più, ok ai controlli a distanza salvaguardando la privacy, regole contro le dimissioni in bianco: sono solo alcune delle norme contenute negli ultimi quattro decreti di attuazione del Jobs act che di fatto concludono la riforma del lavoro del Governo Renzi. Poletti ha espresso soddisfazione per l'ok definitivo ai decreti legislativi ma prosegue la polemica politica sui controlli a distanza e sul rischio ''spionaggio'' sui lavoratori.
La riforma prevede un allungamento della durata per la Naspi (il sussidio contro la disoccupazione involontaria) portato a 24 mesi ma un tetto alla durata della cassa integrazione portandola da tre a due anni nel quinquennio (l'ammortizzatore sale a tre anni con l'utilizzo dei contratti di solidarietà). Il sostegno ''in costanza di rapporto di lavoro'' viene esteso anche ai lavoratori delle imprese oltre i 5 dipendenti che non rientravano nella normativa sulla cig (per altri 1,4 milioni di persone) previo pagamento di un contributo (0,45% per le aziende tra 5 e 15 dipendenti) a un fondo di integrazione salariale. Alle aziende che rientravano nella normativa sulla cig viene applicato un sistema ''bonus malus''. In pratica si avrà uno sconto del 10% sull'aliquota per tutti (scende dall'1,9% all'1,7% per le imprese fino a 50 dipendenti, dal 2,2% al 2% per quelle sopra i 50, dal 5,20% al 4,70% per l'edilizia) ma un contributo addizionale sulla retribuzione per chi usa la cassa, crescente a seconda degli anni di utilizzo.
Tra le norme approvate ci sono quelle sulle politiche attive con il tentativo di rendere il lavoratore che perde il lavoro più facilmente occupabile e la stretta sul sussidio con la perdita dell'indennità in caso di rifiuto di un'occupazione o la mancata partecipazione a iniziative di formazione. Si rafforzano le regole contro le dimissioni in bianco con l'obbligo per chi dà le dimissioni di scaricare il modulo dal ministero del lavoro via web, sistema che renderà di fatto impossibile lasciare carta bianca al datore di lavoro. ''Esprimo soddisfazione per la conclusione della riforma del lavoro - ha detto Poletti - abbiamo rimesso al centro il contratto a tempo indeterminato. Centinaia di migliaia di precari hanno un contratto stabile''. E' ''un bel giorno'' - afferma il responsabile economia del Pd, Filippo Taddei via Twitter - concluso jobs act: assegno disoccupazione a 24 mesi per sempre, Cig estesa a 1,5 milioni lavoratori, fine dimissioni in bianco''. Di ''Governo diabolico'' parla la vice presidente della Commissione lavoro della Camera Renata Polverini affermando che il Jobs act non sono non aiuta a creare posti di lavoro ma ''sottrae diritti e tutele ai lavoratori''. "Ho sempre considerato un dovere politico e umano, fin da quando è iniziato il mio lavoro in Parlamento - dice il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova - sconfiggere la pratica discriminatoria e violenta delle dimissioni in bianco. Oggi finalmente questa battaglia per la qualità del lavoro, soprattutto femminile, si conclude con la vittoria della giustizia''. ''Nel complesso - dice il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi - si conclude bene una riforma del lavoro necessaria anche se ancora espressione del vecchio formalismo giuridico''. ''Hanno continuato a pesare - sottolinea - vizi ideologici come nel caso della rarissima pratica delle dimissioni in bianco. Per pochissime patologie si sono complicati un milione e mezzo, due milioni di atti di risoluzione volontaria del rapporto di lavoro da parte dello stesso lavoratore''.
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