PALERMO. Recependo l'appello dell'assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, e dell'Ance Sicilia, il Consiglio dei ministri ha deciso di sospendere, in attesa di ulteriori approfondimenti giuridici, il provvedimento di impugnativa davanti alla Corte costituzionale della legge regionale numero 14 dello scorso mese di luglio: la riforma degli appalti che, legando le offerte alla reale valutazione dei progetti, blocca i ribassi anomali e taglia fuori dalle aggiudicazioni cordate, imprese mafiose, tangentisti e grandi gruppi speculativi.
"Il governo nazionale ha manifestato grande sensibilità, ma anche un forte senso di responsabilità - commenta il presidente facente funzioni di Ance Sicilia, Santo Cutrone - Infatti, l'impugnativa avrebbe messo a rischio di revoca tutte le gare aggiudicate nel frattempo fino alla sentenza della Consulta, generando incertezza e caos nelle amministrazioni e fra le imprese. Ai rilievi degli uffici di Palazzo Chigi - aggiunge Cutrone - circa il rischio di limitare la concorrenza invadendo un campo proprio dell'Ue, abbiamo contrapposto i fatti che dimostrano come invece i criteri introdotti dalla riforma regionale, che si applicano solo a importi di gara inferiori alla soglia di interesse comunitario, abbiano ulteriormente ampliato la concorrenza".
"Infatti - incalza Cutrone - dall'entrata in vigore della legge le sette gare finora celebrate hanno visto la partecipazione di molte più imprese rispetto al passato; sono stati esclusi i soliti furbi che, presentando ribassi eccessivi grazie a capitali dubbi e tagli su qualità e costo del lavoro, avevano finora monopolizzato il mercato; e l'aggiudicazione è andata a imprese che operano per lavorare e non per speculare e che, appunto, hanno presentato ribassi congrui con la valutazione reale dei progetti da realizzare". "A questo punto - conclude Cutrone - il governo nazionale e quello regionale dialoghino fattivamente per concludere positivamente la verifica di costituzionalità della riforma regionale degli appalti - nata con il contributo di tutte le sigle di imprenditori, professionisti e sindacati riunite nella Consulta regionale delle costruzioni - assicurando al settore un percorso giuridico capace di coniugare sempre più la trasparenza allo sviluppo degli investimenti e di sostenere la speranza dei siciliani onesti".
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