ROMA. Dal 2010 al 2014 la spesa per investimenti è calata di 3,1 punti di Pil, pari a 48,7 miliardi di euro. Lo rileva uno studio di Impresa Lavoro. Solo tra il 2013 e il 2014 il calo è stato di 9,1 miliardi. Così gli investimenti in Italia sono scesi al 16,8% del Pil, un dato superiore, nel panorama internazionale, solo a quello di Cipro, Grecia, Portogallo, Irlanda e Islanda, e contro una media Ocse del 19,5%. Pesa soprattutto il crollo nel settore delle costruzioni, -30 miliardi in 4 anni. Complessivamente gli investimenti in costruzioni, che rappresentano il 51,2% del totale, passano dal 10,6% del Pil del 2010 all'8,6% del 2014. Nello stesso periodo, invece, gli investimenti in costruzioni sono cresciuti in Germania dello 0,8%, nel Regno Unito dello 0,7% e calati in Francia solo dello 0,5%. In valori assoluti questo significa che gli investimenti in costruzioni sono cresciuti di 5,7 miliardi in Francia (cala la percentuale su un Pil che cresce, quindi aumenta leggermente il valore assoluto), di 54 miliardi in Germania e di 49 miliardi nel Regno Unito. Rispetto al 2010, l'Italia ha perso 6 posizioni in classifica, facendosi superare, tra gli altri, da Regno Unito, Stati Uniti, Danimarca, Germania e Olanda. Secondo Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi Impresa Lavoro «è difficile immaginare una ripresa robusta e stabile se non ripartono gli investimenti, sia privati che pubblici. Non va dimenticato che lo Stato non è certo un buon esempio in questo senso avendo tagliato tra il 2009 e il 2013 15,9 miliardi euro di investimenti pur aumentando complessivamente il resto delle spese per 20 miliardi di euro».