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Padoan: "Lavoratori e imprese restano al centro della manovra"

"Il governo sta perseguendo in modo coerente una politica di medio termine, e ogni misura si inserisce in un solco scavato da quelle precedenti. Per il 2016 e gli anni successivi continueremo così"

Pier Carlo Padoan

ROMA. La manovra seguirà il «percorso cominciato nel 2014», con il bonus 80 euro. Al centro «lavoratori e imprese». Così il ministro Pier Carlo Padoan a IlSussidiario.net.

«Corre l'impressione - dice - che si debba sempre ricominciare da zero» ma «ogni misura si inserisce in un solco scavato da quelle precedenti. Per il 2016 continueremo così». «È un percorso cominciato già nel 2014 con il decreto legge 66, quello degli 80 euro, e proseguito con la Legge di stabilità per l'anno in corso», dice Padoan al sito di informazione della Fondazione per la Sussidiarietà, in vista dell'intervento che il ministro farà al Meeting di Rimini, dove è atteso questa mattina.

«Fin dall'esordio di questo governo al centro della politica economica c'è stato il mondo del lavoro: lavoratori e imprese, appunto. Abbiamo ridotto il cuneo fiscale e creato incentivi per le imprese che riescono a essere competitive e ad assumere nuovi lavoratori», dice.

«Abbiamo introdotto incentivi per l'assunzione di lavoratori a tempo indeterminato. Sta migliorando la quantità ma anche la qualità della occupazione». Poi il ministro sottolinea: «Noto peraltro che nel dibattito pubblico corre l'impressione che si debba sempre ricominciare da zero, mentre il governo sta perseguendo in modo coerente una politica di medio termine, e ogni misura si inserisce in un solco scavato da quelle precedenti. Per il 2016 e gli anni successivi continueremo così».

Per l'emergenza Mezzogiorno, nell'ambito della legge stabilità, il Governo vuole «anche cercare di capire come, nel vincolo delle risorse disponibili, si possano immaginare agevolazioni fiscali per il Sud».

Il ministro dell'Economia ricorda i recenti dati Svimez: «È chiaro che c'è un problema più acuto» al Sud, dice, ma avverte: «Non servono politiche diverse rispetto al resto del Paese ma
una implementazione più finalizzata, più cucita addosso a realtà specifiche del Mezzogiorno».

Dal fronte degli investimenti, a partire dall'implementazione di quelli infrastrutturali che «deve essere fortemente migliorata»; da riforme come per la scuola e la pubblica amministrazione che devono essere «mirate», da «adattare a specifiche realtà meridionali».

«La zona dell'euro nel suo complesso cresce poco ma le recenti cifre di crescita per l'Italia confermano il quadro del def». Il clima economico globale si è sicuramente 'intiepiditò: la Cina cresce a ritmi meno sostenuti del passato, e tutti gli altri paesi del club dei BRIC - cioè Brasile Russia e India, oltre alla Cina - hanno problemi domestici», dice Padoan.

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