PALERMO. La Sicilia sarà la regione che vedrà la percentuale più alta di insegnanti costretti a migrare per continuare a lavorare nella scuola. Sarà, infatti, il 57,51% dei precari siciliani che per avere assegnato un posto dovrà lasciare l'Isola. A seguire i calabresi (il 51,50%) e i campani (il 46,1%). In totale sono 20.429 i precari che dovranno fare le valigie. Sono queste le stime diffuse dal sindacato Anief e riportate da La Stampa che ha messo a punto una tabella nella quale mette a confronto le domande pervenute per partecipare alle fasi B e C del piano di assunzioni messo a punto dal governo Renzi con il numero dei posti che sono disponibili, oltre 48 mila. Siciliani, calabresi e campani si sposteranno verso le regioni che hanno carenze di insegnanti: in Lombardia, dove - in base alle domande pervenute dai precari lombardi - avanzano 1.401 cattedre, in Piemonte 1.037, in Liguria 701. Altri posti avanzano in Friuli ed Emilia Romagna.
In sostanza, a fare domanda sono stati circa un precario su tre e la maggior parte è del Sud. le cifre sono ancora provvisorie ma evidentemente non le quote di precari meridionali che dovranno spostarsi. «Sono dati ancora provvisori - spiega alla Stampa Marcello Pacifico, presidente dell’Anief - È molto più probabile che, alla fine, quando si concluderanno tutte le procedure di assegnazione, a spostarsi davvero sarà un numero di precari inferiore, direi una forbice compresa tra uno su tre e uno su cinque».
Secondo quanto afferma l'Anief, in totale i posti disponibili per le fasi B e C sono 69.552. Così 17.291 precari del Sud (e alcuni del centro Italia) dovranno spostarsi verso il Nord. Tra i precari in esubero nella propria regione anche i laziali (1.925), e in misura minore toscani (992) e marchigiani (204). Quasi tutti gli umbri e i sardi invece troveranno lavoro nella propria regione.
Ma ci potrebbe essere un aspetto a peggiorare ancora di più la situazione dei precari. Secondo quanto riferisce sempre alla Stampa Antonio Antonazzo, referente dei precari per la Gilda Insegnanti, «l’esodo che avverrà quest’anno è solo l’inizio. L’anno prossimo andrà anche peggio perché ci sarà il piano straordinario di mobilità che prevede che tutti quelli che sono entrati in ruolo possono chiedere il trasferimento e avranno il diritto di tornare al Sud costringendo chi era stato assunto nell’ultima fase, la C, a trasferirsi al Nord. È un meccanismo davvero incredibile quello che è stato previsto da questa legge».
E in arrivo ci sono anche migliaia di ricorsi che proprio i sindacati stanno preparando.
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