ROMA. «La mobilità è un fenomeno ineliminabile, finchè ci saranno molte cattedre a Nord e molti insegnanti a Sud. Quel che stiamo cercando di fare è costruire un meccanismo che privilegi la scelta dell'insegnante: nella domanda si dà un ordine di preferenza alle cento province italiane. Dopodichè è chiaro che se in una provincia non ci sono posti, occorre spostarsi». Lo afferma il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini in un'intervista alla Stampa in cui invita i precari della scuola a non rinunciare per evitare il trasferimento.
«Io non credo valga la pena rinunciare: un piano straordinario di assunzioni come questo non si ripeterà facilmente», sottolinea Giannini. «Ci sarà inevitabilmente una fase transitoria di un paio d'anni durante i quali i posti eventualmente vacanti continueranno a essere assegnati con le supplenze, ma questo è destinato a finire. Dopo la fase transitoria si entrerà per concorso, come prescrive la Costituzione».
Sull'ipotesi di una legge di riforma dell'Università, «penso che sarebbe avventuroso modificare meccanismi che sono appena stati cambiati. Una riforma di ampio respiro è stata fatta cinque anni fa: ne stiamo monitorando gli effetti per capire quali sono ancora punti di debolezza e quali i punti di forza da valorizzare», spiega Giannini, secondo cui «bisogna lavorare su una maggior capacità competitiva a livello internazionale. Una prospettiva interessante è quella di scorporare il settore della ricerca dalle regole di assunzione della P.A., per renderlo più flessibile e attrattivo per i talenti stranieri».
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