ROMA. Secondo un'elaborazione dell'Ufficio studi della CGIA, sarebbero poco più di 253.500 le nuove assunzioni non stagionali previste in questi primi 6 mesi del 2015 nei settori dell'industria e dei servizi privati.
Si tratta di un aumento del 25,6% rispetto allo stesso periodo del 2014. Con riferimento al totale delle assunzioni, poco più di 164.000 persone (pari al 65% circa del totale) avrebbero trovato un impiego presso il settore dei servizi: in particolare, 40.300 nel commercio, 29.710 in quello dei servizi alle persone e 26.910 nel turismo e nella ristorazione.
Nell'industria, invece, le previsioni ci dicono che i neo assunti non stagionali sarebbero poco meno di 89.500 (pari al 35% circa del totale). La parte del leone l'avrebbe fatta il settore delle costruzioni: tra ingegneri, geometri, carpentieri, muratori, lattonieri e gruisti i nuovi occupati sarebbero 1.930.
Nel settore meccanico ed elettronico, invece, i soggetti che avrebbero cominciato a timbrare il cartellino sarebbero 16.870. «Tuttavia, il dato più interessante - sottolinea Paolo Zabeo della CGIA - emerge dall'analisi della distribuzione dei neo assunti per le classi dimensionali delle imprese.
Ebbene, le piccole imprese, quelle con meno di 50 dipendenti, avrebbero contribuito in misura decisamente superiore a tutte le altre. Poco più di 149.000 nuovi assunti non stagionali, infatti, pari al 65% del totale, avrebbero trovato un posto di lavoro nelle piccole e piccolissime aziende. A dimostrazione che queste realtà imprenditoriali costituiscono ancora una volta l'asse portante su cui ruota l'economia e l'occupazione del nostro Paese».
Dal confronto con il primo semestre dello scorso anno, emerge un sostanziale aumento delle previsioni di assunzione nell'industria (+37,5%), con una punta del 79,2% nel settore della chimica e della farmaceutica. Nei servizi, invece, la variazione positiva è più contenuta (+ 20%), anche se il settore informatico e quello delle telecomunicazioni hanno fatto segnare un incoraggiante + 53,7%. Di rilevo, infine, l'incremento registrato nelle piccole imprese. Rispetto al 2014, nella classe dimensionale tra 1 e 49 dipendenti, i lavoratori non stagionali sono aumentati del 33,8%, a fronte del +19% delle medie imprese (da 50 a 249 dipendenti) e del +14% delle grandi imprese ( 250 addetti e oltre).
«È evidente - conclude Zabeo - che gli esiti di questa analisi vanno presi con le molle. Sono il frutto delle indagini trimestrali condotte dall'Unioncamere - ministero del Lavoro su un campione di 110.000 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale. Pertanto, questi risultati dovranno essere confrontati con i dati a consuntivo, anche se ci permettono di cogliere il sentiment degli imprenditori che, a quanto pare, è migliorato notevolmente rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso».
La CGIA, infine, segnala che i dati (ancorchè provvisori) presentati ieri dall'Istat sul lavoro e riferiti al mese di giugno hanno messo in evidenza, in particolare, l'aumento del tasso di disoccupazione. Questo indicatore è dato dal rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro.
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