Domenica 24 Novembre 2024

È tra i borghi più belli d’Italia, inglesi e francesi amano Sutera

Agli inglesi e ai francesi piace Sutera. Da quando è entrato a fare parte della lista dei «Borghi più belli d'Italia», il paesino è diventato mèta di turisti provenienti dall'estero; visitatori interessati persino a mettere su casa in questa piccola cittadina immersa nel cuore della Sicilia. «Abbiamo continue richieste di stranieri, soprattutto inglesi e francesi, interessati a comprare casa nel quartiere Rabato- conferma l'assessore Nino Pardi-. Nell'ultimo anno, soprattutto dopo il riconoscimento del marchio di Borgo più bello d'Italia, stiamo osservando un notevole interesse da parte turisti, perlopiù stranieri, interessati persino a trasferirsi nella nostra cittadina, ad investire soldi e tempo perché innamoratisi del nostro clima, del nostro cibo, della nostra accoglienza». Sutera dal dicembre del 2013 compone la lista dei «Borghi più belli d'Italia». Nello specifico, la Consulta turistica dell'Associazione nazionale dei comuni ha voluto premiare il paesino promuovendo la bellezza del suo quartiere più antico, il rione arabo del Rabato. Borgo nel borgo, perla incastonata all'ombra della rocca di San Paolino, sulla cui cima, conservate in un antico santuario basiliano, sono raccolte le reliquie di Paolino, vescovo di Nola, e di Sant'Onofrio, eremita persiano. Due patroni per meno di 2 mila abitanti. Testardi i suteresi, ma al contempo uniti. Avvertono forte la loro identità, la difendono e la preservano. Difendere è la parola d'ordine da queste parti: in primis ne hanno tutelato il toponimo, dichiaratamente greco, dall'arrivo degli arabi. E nell'origine del nome c'è un chiaro omaggio alla protezione. Due le ipotesi tuttavia collimanti: una teoria propende per Sotér, «salvatore», in riferimento al baluardo difensivo rappresentato dal gigante di roccia e dalle fortificazioni che vi sono state realizzate in epoca bizantina; la seconda fa riferimento a Sotéira, «colei che salva», attributo della dea Artemide al cui culto si sarebbero dedicate popolazioni greche stanziatesi in questo lembo di Nisseno dove tutto appare immutato e immutabile. Il Rabato negli anni è diventato la location perfetta per allestire un Presepe vivente. Ad ogni Natale il quartiere assume i connotati di un proscenio teatrale. Le case vengono aperte ai visitatori, si trasformano in laboratori di mestieri antichi quanto caduti nell'oblio. Al loro interno uomini e donne, abbigliati con abiti d'epoca, fanno finta di filare la lana, di incollare cocci di ceramiche o di lavorare il gesso. E gli autobus, carichi di visitatori curiosi, arrivano da mezza Sicilia. E ripartono con un carico in più: il «panaro». Un'invenzione per turisti. Contenitore fatto a mano con canne tagliate a listarelle e rametti di ulivo. Recipiente naturale che ad ogni ospite viene riconsegnato ricolmo di prodotti della terra: formaggi, mandorle, buccellati. Il primo a rendersi conto del fascino del paese fu il regista Michael Cimino, che nel 1987 volle girare proprio nella piazza principale, «u chianu di Sant'Agata», alcune tra le scene più note del film «Il Siciliano» con Christopher Lambert. La produzione fece degli investimenti, cambiando persino i lampioni della piazza, oramai diventati un cimelio per cinefili. Sutera nel frattempo aspira ad essere un simbolo, nella Sicilia dei cumuli di spazzatura abbandonati lungo le strade delle città, di pulizia e virtuosismo nella gestione della raccolta dei rifiuti. Attraverso il progetto «Uno@uno», oramai è diventato uno dei paesi dell'Isola dove più alta è la crescita mensile di percentuale di differenziata. E chi differenzia ci guadagna, con forti sconti sulla bolletta. Mentre chi decide di investire sul centro storico aprendo un'attività commerciale non pagherà la Tari per tre anni. E se qualcuno decidesse di comprare casa al Rabato, l'attuale Amministrazione comunale è pronta a riconoscere uno sconto del 70% sull'Imuoltre ad un contributo di 200 euro per eseguire i lavori di ristrutturazione. Sutera, minuscolo e sperduto borgo dell'entroterra siciliano, è una continua sorpresa. Un posto dove il tempo pare essersi fermato, protetto dalla benevolenza di San Paolino e della sua rocca.

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