ROMA. «In Italia spendiamo moltissimi soldi in un eccesso di diagnostica che non serve a niente e poi non ci sono le risorse per fare prevenzione: nel nostro Paese si spende meno del 2% in prevenzione, che è una cifra ridicola». Lo sottolinea il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo a Unomattina. «Credo - afferma il ministro - che dovremmo invece puntare su grandi screening di massa. Dobbiamo cioè tagliare gli sprechi e investire in questo campo, perchè è qui che si salva la vita delle persone». I risparmi derivanti dalla sanità, dopo l'approvazione di ieri del dl Enti locali, «in questa prima parte sono stati dati allo Stato». Lo afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a Unomattina. «Il Patto per la salute - spiega - aveva un suo fulcro: tutti i risparmi fatti in sanità vanno reinvestiti in sanità. Ma ciò - sottolinea - non succederà in questo dl, perchè in questa prima parte i risparmi sono stati dati allo Stato». Ma «d'ora in poi - assicura - tutto ciò che viene risparmiato in sanità rimarrà alla sanità». «Le Regioni, a fronte di una richiesta di 4 miliardi di tagli alla spesa pubblica regionale - chiarisce il ministro - hanno deciso di rinunciare all'incremento del fondo sanitario, anche se io ero contraria. A questo punto non si sono fatti tagli lineari ma si è iniziato ad applicare il Patto per la salute per rimettere in efficienza il sistema sanitario». La 'premessa' del Patto, ovvero che tutti i risparmi ricavati rimangano alla sanità, non sarà però applicata in questo frangente: «ciò non succederà in questo dl ed i risparmi sono stati dati allo Stato perchè - precisa Lorenzin - le Regioni non riuscivano, o non hanno voluto, compensare con altri servizi, ma d'ora in poi io ho detto che non ci sono più tagli lineari e tutto ciò che viene risparmiato in sanità deve rimanervi, in quanto la sanità ha bisogno di molti investimenti e, non potendosi mettere nuove tasse, bisogna risparmiare e reinvestire». Lorenzin ha quindi sottolineato che gli ambiti nei quali si andrà a risparmiare saranno soprattutto quelli dei beni e servizi grazie alle centrali uniche di acquisto, «facendo - ha detto - gare centralizzate dove si può risparmiare dal 15 al 20%». Dunque, rileva, «non si va a incidere sulla qualità dei servizi al cittadino, bensì laddove ci sono ancora grandissimi margini di sprechi». Tuttavia, prosegue il ministro, «una cosa è sicura e su questo sono d'accordo con le Regioni: basta tagli lineari alla sanità, ma le riforme vanno attuate e sono tutte misure di efficientamento». Pur sottolineando come «forse si sarebbe potuto intervenire su altri comparti della spesa regionale, a partire dalle municipalizzate», Lorenzin si dice soddisfatta del dl approvato, anche perchè «si sono portate avanti pure altre misure come la riforma dell'Agenzia italiana del farmaco e misure per il Giubileo». A questo punto, «mancano però ancora pezzi della riforma: una parte - dice il ministro - li metteremo nella legge di stabilità, e inoltre ho un dl fermo da due anni al Senato e ho bisogno di avere una delega con la possibilità di inserire tutte le riforme legislative che sono già pronte, a partire - conclude - dalla riforma dell'Istituto superiore di sanità e della ricerca biomedica, che è importantissimo e ci permetterà di essere competitivi».