VENEZIA. Dal 2008 al primo trimestre del 2015, in Italia si sono persi 932.000 posti di lavoro (-4%), di cui -580.000 nelle regioni meridionali. Mentre al Nordest il calo è stato di -187.000 unità, al Nordovest -163.000 e al Centro di -3.000. A dirlo l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre che ha analizzato il trend occupazionale in Italia dall'inizio della crisi. Analisi a seguito delle previsioni del Fmi in materia di lavoro.
In termini assoluti, secondo i dati della Cgia, le regioni più colpite nel periodo preso in esame sono state quelle del Sud: in Sicilia gli occupati sono diminuiti di 168.000 unità (-11,4%), in Campania di 129.000 (-7,7%) e in Puglia di 100.000 (-7,9%). In tutte le regioni meridionali il calo occupazionale ha interessato 580.000 lavoratori (pari al 62,2% del totale).
In termini percentuali la più colpita è la Calabria (-15,7%), seguita dal Molise (-13,9%). Tra le realtà territoriali del Nord, invece, spicca il dato negativo del Veneto: sempre tra il 2008 e i primi 3 mesi di quest'anno, in questa regione gli occupati sono scesi di 113.000 unità (-5,3%). Tra tutte le realtà territoriali analizzate, le uniche che hanno incrementato l'occupazione sono state il Trentino Alto Adige (+11.000 occupati pari al 2,5%) e il Lazio (+88.000, 4%).
«I settori che hanno subito i contraccolpi più negativi - segnala Paolo Zabeo della Cgia - sono stati l'edilizia, il manifatturiero e il piccolo commercio che più degli altri hanno subito gli effetti negativi dovuti al calo della domanda interna e alla contrazione degli impieghi bancari».
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