ROMA. «Le minacce di riciclaggio in Italia sono significative a causa della diffusione e della pervasività della criminalità organizzata, della corruzione e dell'evasione fiscale». È l'allarme del Rapporto 2014 dell'Unità Informazione Finanziaria di Bankitalia che nel 2014 ricevuto circa 71.700 segnalazioni di operazioni sospette (quasi 7.000 in più sul 2013). «Gli uffici della P.A, particolarmente esposti all'incidenza della corruzione per gli appalti e i finanziamenti pubblici, mostrano ancora scarsa sensibilità per l'antiriciclaggio malgrado siano sempre stati ricompresi nel novero dei soggetti obbligati alla segnalazione. Ciò ne accresce la vulnerabilità». È quanto segnala il rapporto Uif di Banca d'Italia. «La corruzione rappresenta una minaccia estremamente preoccupante per il nostro sistema economico-sociale; la diffusa percezione del fenomeno mina la fiducia del cittadino nelle istituzioni e nella politica». È quanto afferma l'Uif di Bankitalia che segnala come i «reati fiscali costituiscano il presupposto ricorrente al riciclaggio». «I risultati conseguiti in termini di volumi, e anche di tempestività e qualità delle segnalazioni - è scritto nel rapporto Uif - testimoniano una vera e propria trasformazione culturale: le segnalazioni sono la parte emergente di una potente e capillare azione di scrutinio dell'attività economica che gli operatori svolgono a fini di contrasto del riciclaggio». Le 24 ispezioni condotte dalla Uif nel 2014 hanno riguardato anche comparti diversi dall'intermediazione bancaria, quali il risparmio gestito, il private banking, il trading online e l'operatività degli istituti di pagamento; per la prima volta l'Unità ha effettuato accertamenti presso società di revisione, esercenti attività di custodia e trasporto di valori e operatori di gioco. Il rapporto dell'Uif segnala inoltre che «importanti innovazioni sono intervenute nella normativa di riferimento dell'antiriciclaggio: è stato introdotto nel nostro ordinamento il reato di autoriciclaggio; in ambito europeo, è stato definito, durante il semestre di presidenza italiana dell'Unione, il testo della quarta direttiva antiriciclaggio, poi adottata nel maggio scorso». «Il nuovo reato di autoriciclaggio - sostiene il rapporto - rappresenta un'apprezzabile soluzione di compromesso tra le diverse posizioni che per anni hanno animato il dibattito giuridico. Il testo della nuova norma pone alcune incertezze interpretative; sarà l'esperienza applicativa della riforma a verificarne l'effettiva capacità di deterrenza e repressione delle condotte criminali». Viene però rilevato che «norme adeguate sono essenziali, ma sono destinate a restare inefficaci se manca la condivisione di fondo degli obiettivi da parte della società civile: il sistema delle segnalazioni delle operazioni sospette offre agli operatori l'opportunità di divenire protagonisti nella lotta alla criminalità finanziaria; di fare una precisa scelta di campo, abbandonando agnosticismi e disponibilità alla connivenza».