PECHINO. Seduta in profondo rosso per le Borse asiatiche. Chiusura in forte ribasso per la borsa di Tokyo, come tutti i listini asiatici spaventata dal fatto che la crisi greca e la bolla del mercato azionario cinese possano intaccare la crescita economica globale. L'indice Nikkei ha terminato le contrattazioni in calo del 3,14%. Hong Kong in calo del 4,9%, Shanghai del 5,4% e Shenzhen del 2,54%. Sui listini pesano i timori che il crollo delle borse cinesi e un'eventuale uscita della Grecia dall'eurozona possano intaccare l'economia globale. Grandi problemi per gli investitori che stanno cercando di vendere i propri titoli sulle borse cinesi. Almeno 1.323 società, riporta Bloomberg, sono state sospese dalle contrattazioni nel tentativo delle autorità cinesi di arrestare una caduta che ha portato i listini a bruciare oltre 3.500 miliardi di dollari in meno di un mese. Su altri 710 titoli l'impossibilità ad operare è derivata dal 'congelamento' seguito a crolli nelle borse di Shanghai e Shenzhen superiori al 10%. Pechino annuncia misure straordinarie. Le autorità cinesi hanno annunciato oggi una serie di misure di sostegno al mercato dopo che il crollo degli indici delle principali Borse del Paese è proseguito con perdite del 4% a Shanghai e del 4,2% ad Hong Kong. Il governo ha ordinato alle compagnie statali di comprare azioni, ha aumentato la quantità' di azioni che le compagnie di assicurazioni possono acquistare e ha promesso di continuare a fornire liquidità a credito agli investitori. Dopo una crescita del 150% in un anno a partire dal giugno 2014, il 12 giugno di questo anno è iniziato nelle Borse di Shanghai e Shenzhen un crollo che sembra inarrestabile, che ha colpito soprattutto i piccoli investitori e quelli giunti negli ultimi mesi sul mercato. In precedenza più di 1.400 imprese, cioè più della metà di quelle quotate a Shanghai e Shenzhen, hanno chiesto la sospensione della vendita delle loro azioni nel tentativo di contenere le perdite.