In barba ai profeti di sventura che si affaticano a spargere cenere sui giornali di carta, l' editoria e alquanto viva e non vegeta affatto. A ribadirlo con forza, dati alla mano, è stata la Fieg di Maurizio Costa, presidente della Federazione italiana editori giornali, all'appuntamento milanese che ha visto scendere in campo all'hotel Savoia il «Gotha» dell'editoria e della pubblicità italiana riunita nell'Upa (Utenti pubblicità associati). «I funerali della stampa sono rinviati a data da destinarsi», dice con una punta d' orgoglio il presidente Costa.
A Milano, nel corso del convegno che si è tenuto per la presentazione della ricerca «Quotidiani e periodici a pagamento: ruolo, valori e prospettive evolutive», è stato detto chiaramente: quanti hanno recitato il de profundis per la carta stampata, si sbagliavano di grosso. Dopo gli iniziali entusiasmi per l' era dell' informazione su internet, i giornali sono tornati a fare la differenza?
«È stato detto che il passaggio al digitale non e forse propriamente una rivoluzione, ma allo stato attuale un' evoluzione ancora indecifrabile. Sono d'accordo. Non si sta facendo dietrofront, ma ci si sta accorgendo - anche dai numeri che tuttora la stampa realizza - che i giornali mantengono un proprio saldo ruolo all'interno dell'economia dell'informazione. Nella sinergia non eludibile con gli altri media, ma ancorata alle sue peculiarità che la ricerca presentata ha ben illustrato -prima fra tutte la forza della parola scritta con le valenze che da più parti studi scientifici stanno sottolineando - la stampa completa ed anzi aumenta l'efficacia complessiva della comunicazione».
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