NARO. I giovani hanno voglia di tornare alla terra, di sporcarsi le mani e raccogliere i frutti del raccolto. Ed è proprio in agricoltura che si annunciano nuovi sbocchi occupazionali.
«Io ho studiato ragioneria, ma oggi sono felice di lavorare nei campi, raccogliere frutta, potare alberi. Sono nato in campagna ed è meraviglioso seguire i ritmi della natura».
Lo racconta Maurizio Musca, operaio agricolo di 25 anni di Naro, nell' Agrigentino, che ha trovato un posto in un' azienda che coltiva frutteti, ma che punta come core business al melograno, in grande espansione. Musca testimonia la sua oppor tunità occupazionale ai microfoni di Ditelo a Rgs, senza alcun rimpianto per non aver continuato a vivere di conti e registri, come magari il suo titolo di studio avrebbe consentito.
«Qui a Naro, noi giovani abbiamo sempre avuto esperienze in agricoltura- spiega-. Io stesso appartengo a una famiglia che ha una piccola impresa agricola, con vigneti, mosto, frumento. È un lavoro che faccio per passione, sin da piccolo, ma credo che l' agricoltura sia il lavoro del futuro per i giovani, solo che è sempre stato sottovalutato. Anche i miei coetanei la pensano come me». Musca è fidanzato, pensa di formare una famiglia, lavora otto ore al giorno a partire dalle prime luci dell' alba, arriva a uno stipendio che sfiora i mille euro, ma non vorrebbe tornare indietro. In questo momento si occupa di «tirare le foglie per l' uva da tavola, per esporre i grappoli al sole e farli imbiondire», ad agosto sarà il momento del raccolto dell' uva, poi toccherà ai melograni, in autunno, i cui frutti sono richiestissimi sul mercato. Il melograno non ha bisogno di grandi manutenzioni, potature, diradamento dei frutti per farli crescere meglio.
Ignazio Gibiino, anche lui di Na ro, è un imprenditore che su questo mercato sta investendo molto, anche con nuove assunzioni. Rientra nelle aziende che nei primi tre mesi di quest' anno, come dichiarato qualche settimana fa da Coldiretti, hanno creato seimila nuovi posti di lavoro in Sicilia. «Noi produciamo uva, albicocche, mandorle e melograni - aggiunge Gibiino - e ci siamo resi conto che la vendita di questo prodotto è in salita. Merito delle qualità organolettiche comprovate da studi scientifici. I melograni sono ricchi di antiossidanti e presentano un alto livello di assorbimento dei radicali liberi. A livello mondiale c' è una richiesta di tre milioni tonnellate, ma ne viene prodotto un solo milione, quindi il mercato è in forte crescita. Amplieremo le nostre vendite su piazza nazionale e internazionale, proponendo anche il frutto sgranato, che può essere usato con maggiore facilità. Di conseguenza ci sarà la possibilità di nuove assunzioni, soprattutto per la stagionalità».
Caricamento commenti
Commenta la notizia