Giovedì 19 Dicembre 2024

Torna la "voglia" di casa in Italia, mutui in aumento: ma le tasse pesano

ROMA. Agli italiani torna la voglia di 'mattonè. Ma sale alle stelle la pressione fiscale e la casa continua a rimanere il «bancomat» del fisco. Ad aprile 2015 le domande di mutui rivolte alle banche sono aumentate del 72% rispetto all'anno precedente. Ad aumentare, nei primi tre mesi dell'anno, sono state pure le compravendite (+0,8%) mentre i tassi di interesse sono al minimo storico, sotto il 3%, grazie al 'Quantitative Easing' della Bce. Sarebbe una situazione idilliaca se non fosse che le tasse sugli immobili sono arrivate a livelli stratosferici dal 2011 al 2014, periodo in cui la propensione all'acquisto di una casa da parte degli italiani è più che raddoppiata. La denuncia arriva dall'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili, che ha presentato il suo ultimo rapporto «Focus casa». In particolare, spiega l'associazione dei costruttori edili, i colpevoli dell'aumento di tassazione sugli immobili sono le tasse sul possesso: nel 2014 il totale del prelievo (Imu, Tasi, Irpef, Ires, Iva e altre imposte su trasferimenti e locazioni) ha fruttato alle casse dello Stato 42,1 miliardi di gettito, in aumento del 9,8% rispetto al 2013. In particolare, il gettito della tassa sul possesso è passato dai 9,8 miliardi di Ici del 2011 a circa 24 miliardi nel 2014 (Imu+Tasi), determinando un aumento della pressione fiscale del 143,5% in soli tre anni. Le tasse sugli immobili hanno quindi contribuito a finanziare il risanamento dei conti pubblici: se nel 2011 le entrate derivanti dall'Ici rappresentavano l'1,3% delle entrate della Pubblica amministrazione, dopo tre anni l'incidenza di Imu e Tasi sul totale delle entrate della P.A. è salita al 3%. Ridurre la pressione fiscale sulla casa per agganciare la ripresa. È la via maestra indicata dell'Ance per consolidare i segnali positivi che arrivano dal mercato immobiliare. «Se non riparte l'edilizia, l'economia non riparte e su un bene come la casa serve un segnale forte e non più rinviabile da parte del Governo per cogliere l'occasione positiva che ci presenta lo scenario macroeconomico», ha sottolineato il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti. E l'Ance propone un ventaglio di interventi, a cominciare dalla configurazione della futura local tax come un'imposta unica, stabile quantomeno per 3 anni e integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi, con l'«ovvia esclusione dell'invenduto delle imprese edili (aree e fabbricati costruiti, o ristrutturati, per la successiva vendita)». Inoltre, l'associazione dei costruttori punta all'introduzione di incentivi per favorire la permuta tra abitazioni usate e quelle più efficienti sotto il profilo energetico e alla stabilizzazione nel tempo degli incentivi fiscali per il recupero delle abitazioni e per la riqualificazione degli edifici. Altra carta che mette sul tavolo l'Ance è la detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata effettuati fino al 2018 ed esenzione per tre anni dall'Imu, Tasi e dalla futura local tax. «Guardiamo anche a quello che fanno gli altri Paesi europei, come l'Inghilterra, Francia e Germania, sul fronte della casa. Ora aspettiamo che anche il Governo dia segnali positivi perchè questi darebbero tranquillità al mercato. Questa è la nostra scommessa e speriamo arrivino presto perchè ora ci sono le condizioni e ci sembra di cogliere una nuova sensibilità governativa sui temi della casa», ha detto Buzzetti. E qualcosa al ministero delle Infrastrutture sembra muoversi. Il ministro Delrio starebbe pensando, infatti, anche ad una sorta di cabina di regia ad hoc per l'edilizia così come è stato fatto, ad esempio, con il dissesto. «Sulle opere pubbliche ci aspettiamo una spinta positiva - ha proseguito Buzzetti - Delrio lavora intensamente alla questione dei piccoli progetti e stiamo offrendo il nostro aiuto tecnico su questi piani per le piccole opere». Inoltre «entro pochi giorni - ha concluso - avremo una risposta sui fondi che possono essere messi sul grande piano di manutenzione; su temi come dissesto e scuole qualche spinta positiva a breve me l'aspetto». Nel frattempo, avanza il Fondo di garanzia per la prima casa: 30 milioni di euro di nuovi mutui garantiti tra febbraio e maggio 2015 e altri 82 milioni in fase di erogazione. È quanto informa l'Abi che ricorda come lo strumento miri a favorire l'acquisto da parte delle giovani coppie: il 53% dei mutui erogati con la garanzia del Fondo hanno riguardato la fascia di età fino a 35 anni mentre un altro 23% fino a 45 anni. La maggior parte dei finanziamenti (36%) è compresa fra i 100 e i 150mila euro. I tempi medi di erogazione sono di 27 giorni.

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