PALERMO. «Anche in Sicilia c’è un grande interesse per le assunzioni a tempo indeterminato con gli sgravi previsti dal Jobs Act».
Il segretario regionale della Confederazione nazionale degli artigiani, Mario Filippello, guarda con ottimismo ai dati nazionali che vedono crescere le assunzioni a tempo indeterminato. E spiega che «gli sgravi previdenziali e un maggiore flessibilità in uscita possono consentire di rimettere in moto il mercato del lavoro anche nell’isola». Cosa che ancora non è avvenuta. Sono state poco meno di tremila le imprese siciliane che nei primi due mesi hanno richiesto di accedere agli sgravi previdenziali sulle assunzioni a tempo indeterminato. Molto meno rispetto alle 16 mila, giunte all’Inps, dalla Lombardia.
Come si spiega l’aumento dei contratti a tempo indeterminato?
«Il grande ricorso alle stabilizzazioni è la conseguenza di contratti che erano traballanti. Ed erano tanti. Adesso con le possibilità previste dal Jobs Act, che consente tra l’altro degli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato, vengono regolarizzate tante situazioni caratterizzate da precarietà oppure si verifica l’emersione dal lavoro nero. In pratica, il costo del lavoro si abbassa, dal momento che il datore di lavoro dovrà pagare solo gli stipendi. In realtà, per il Mezzogiorno non è una novità, perché era in vigore la legge 407 del 1990 che consentiva degli sgravi analoghi. C’è però anche un altro elemento da considerare, un elemento più mentale che economico ma che incide tanto».
Quale sarebbe quest’altro elemento?
«Gli imprenditori nutrono una maggiore fiducia nella ripresa economica dovendosi confrontare con situazioni che li incentivano a investire. Si verificano due fatti psicologici: è passata la crisi e non ci sono più ostacoli a ridurre il numero dei lavoratori. Di conseguenza sono stimolati a riavviare la loro aziende anche assumendo, visto che lo possono fare con costi minori rispetto al passato. Senza queste possibilità ciò non avverrebbe».
Ma una maggiore flessibilità penalizza i lavoratori…
«Col Jobs Act viene meno la possibilità di reintegro, ma c’è da dire che in realtà erano poche le aziende che si trovavano a confrontarsi nel nostro settore con questa forma di tutela, dal momento che la maggior parte delle imprese artigiane non supera i 15 lavoratori».
Quali possibilità possono concretizzarsi nei prossimi mesi per le imprese siciliane?
«Registriamo una prima risposta positiva in linea con la media nazionale sul ritorno alle assunzioni. In realtà per la maggior parte si stratta di stabilizzazioni dei lavoratori. La crescita del clima di fiducia nella ripresa sta facendo registrare i primi effetti positivi però resta ancora un gap da colmare con il resto d’Italia. Ma c’è anche un altro elemento che non va trascurato. Mille imprese che aderiscono a Cna si sono rese disponibili a consentire a oltre duemila giovani un tirocinio nell’ambito di Garanzia giovani. Si tratta di aziende che operano in vari settore, dal manifatturiero ai servizi. Tutto ciò in 15 giorni. Le procedure sono farraginose ma questi dati evidenziano come ci sia una grande disponibilità a cercare nuove professionalità da impegnare nelle aziende».
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