TERMINI IMERESE. Giornata di proteste e tensioni a Carinaro, nel Casertano, e a Termini Imerese, in provincia di Palermo, in due aree divenute simbolo della crisi industriale del Paese. A manifestare il loro dissenso sono stati i lavoratori della Whirlpool e dell'indotto ex Fiat. In Sicilia i 142 operai delle aziende Biennesud, Manital e Sas, che da quattro mesi non percepiscono la cassa integrazione in deroga (andrà avanti fino a fine maggio, ndr), dopo aver impedito l'accesso alla sede termitana dell'Agenzia delle Entrate, hanno occupato i binari della stazione ferroviaria.
Più nervosa, invece, la situazione nel Casertano, dove in mattinata 400 dipendenti dello stabilimento Whirlpool di Carinaro, che la multinazionale vuole chiudere, hanno bloccato entrambe le carreggiate dell'autostrada A1 Napoli-Roma, all'altezza dello svincolo di Caserta Sud. Si sono quindi diretti a Caserta dove hanno bloccato i binari della stazione ferroviaria prima di dar vita a un corteo per la strade del capoluogo e incontrare il prefetto, Carmela Pagano. «Comprendiamo - hanno affermato in una nota congiunta il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e la sottosegretaria al Welfare Teresa Bellanova - la preoccupazione e la rabbia dei lavoratori Whirlpool, consapevoli, come tutti noi, di quanto la vertenza e ancor più la posta in gioco sia importante e delicata».
«Il Governo - proseguono Guidi e Bellanova - ha chiesto all'azienda un'attenta revisione del piano industriale con la priorità della salvaguardia dei livelli occupazionali. Nel frattempo, e sin dalla prima riunione, ha vincolato l'azienda a non operare licenziamenti fino al 31 dicembre 2018». «Per noi la lotta si fermerà solo quando avremo la certezza che la direzione Whirlpool ha cambiato idea sulla chiusura di Carinaro», afferma il segretario campano della Uilm, Giovanni Sgambati. La rabbia dei dipendenti Whirlpool è esplosa dopo che ieri, al Mise, i vertici della multinazionale statunitense degli elettrodomestici hanno ribadito il loro «no» a ritirare il piano industriale che prevede la chiusura dei siti ex Indesit di Carinaro, Albacina (Ancona) e il centro di ricerche di None (Torino). Ieri pomeriggio sei operai sono saliti sul tetto della fabbrica casertana passando lì la notte. Poi stamattina centinaia di loro colleghi si sono diretti verso la vicina autostrada bloccandone entrambe le carreggiate e tagliando in pratica l'Italia in due per un paio di ore. Decisivo è stato l'intervento del questore di Caserta Francesco Messina che ha mediato con i manifestanti convincendoli a togliere il blocco; gli addetti si sono poi diretti a Caserta e una volta là un gruppo è andato a bloccare la stazione ferroviaria creando ulteriori disagi. Il Questore è intervenuto nuovamente per sbloccare la situazione; poco dopo una delegazione di 20 sindacalisti e operai è stata ricevuta dal prefetto che ha garantito il suo intervento presso il Governo.
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