ROMA. Il blocco dell'indicizzazione delle pensioni scattato con il Salva Italia e ora bocciato dalla Consulta ha toccato una platea di circa 6 milioni di persone, ovvero quante sono quelle con un reddito da pensione superiore ai 1.500 euro mensili lordi, secondo gli ultimi dati dell'Istat sulla previdenza, aggiornati al 2013.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che sulla sentenza della Corte ha sottolineato come "non si può che applicare", sulle ripercussioni per i conti pubblici non si è sbilanciato: "Dovremo approfondire collegialmente, è troppo presto", annunciando inoltre l'intenzione di rifare i conti con l'Inps, prima di definire la somma precisa. Ad ogni modo, si preannuncia già la possibilità che potrebbe sfumare il tesoretto da 1,6 miliardi che il Governo voleva destinare alle fasce di popolazione in difficoltà economica.
Lo stop alla perequazione ha infatti interessato gli assegni superiori a tre volte il minimo (circa 1.500 euro al mese). Guardando alle percentuali si tratta di oltre il 36% del totale degli oltre 16,3 milioni di pensionati italiani. Nel dettaglio, i pensionati d'oro, che superano i dieci mila euro mensili, sono circa 12 mila (lo 0,1%).
La norma che, per il 2012 e 2013, ha stabilito, "in considerazione della contingente situazione finanziaria", che sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo Inps scattasse il blocco della perequazione, ossia il meccanismo che adegua le pensione al costo della vita, è incostituzionale. Lo ha deciso la Corte Costituzionale, 'bocciando' l'art. 24 del decreto legge 201/2011.
L'impatto sui conti pubblici, stimato dall'Avvocatura dello Stato quando si tenne l'udienza pubblica, sarebbe di circa 1,8 miliardi per il 2012 e circa 3 miliardi per il 2013.
Secondo gli ultimi dati dell'Inps, il 48,2% delle pensioni è percepito nell’Italia settentrionale (305 pensioni ogni 1000 residenti), il 19,1% al centro (281 su 1000) e il 30,3% al Sud e Isole (262 su 1000). Il restante 2,4%, 427.597 pensioni, è erogato a soggetti residenti all’estero.
Il Nord ha un numero di pensioni per residente maggiore per le categorie vecchiaia e superstiti, seguito da Centro e Sud, mentre l’ordine si inverte per le invalidità previdenziali e per le prestazioni assistenziali.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli importi erogati, si osserva che il 55% delle somme stanziate a inizio anno sono destinate all’Italia settentrionale, il 24,7% all’Italia meridionale e isole, il 19,7% all’Italia centrale e lo 0,6% ai soggetti residenti all’estero.
L’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.098 euro, con un valore più elevato al nord, pari a 1.174,25 euro.
Caricamento commenti
Commenta la notizia