MILANO. Nonostante la pioggia, sono stati 200mila i visitatori del primo giorno di Expo. E per tutti il commento è stato unanime: "che meraviglia!". Mentre alcuni operai ancora si affannavano per portare a termine alcuni padiglioni, Expo ha aperto i battenti nel segno della festa, tra vip e politici. Volti noti in mezzo a tanti curiosi, vip e delegazioni straniere. C'è uno spaccato del pianeta intero, tra rappresentanti del Kenya e dell'Azerbaijan, della Santa Sede (il cardinal Gianfranco Ravasi) e della Turchia, della moda (Giorgio Armani) e dello sport (il presidente del Coni Giovanni Malagò, l'ambassador Expo Demetrio Albertini). Un coro di voci bianche cambia volutamente l'inno nazionale, da "siam pronti alla morte" a "siam pronti alla vita", e l'effetto è tale da far commuovere, tra gli altri, Giorgio Napolitano, sua moglie Clio e la moglie del premier Renzi, Agnese, seduti accanto in prima fila per l'inaugurazione. "Oggi comincia il domani dell'Italia" ha assicurato Matteo Renzi dal palco. E a chiusura dell'inaugurazione, le Frecce Tricolori sono sfrecciate sopra il sito. Imponenti le misure di sicurezza, e quasi "invisibili". Nessuno a quell'ora e in quel clima di festa pensava agli incidenti che di lì a poco avrebbero messo sottosopra il centro di Milano. A Expo tante famiglie, tanti bambini. E nei loro occhi un sentimento di meraviglia davanti "all'erba verticale" del padiglione di Israele e alle "api elettriche" del padiglione della Gran Bretagna.