ROMA. Torna a calare la fiducia di imprese e consumatori ad aprile. Lo rileva l'Istat che segnala per le imprese una frenata dai 103 punti di marzo ai 102,1 di questo mese e per i consumatori dai 110,7 di marzo a 108,2. Entrambi gli indici restano però ai massimi livelli degli ultimi anni: per i consumatori per trovare un dato più alto bisogna tornare a giugno 2002 e per le imprese a giugno 2008.
La contrazione di questo mese segue una serie di aumenti della fiducia che durava da dicembre dello scorso anno per le aziende e da gennaio per le persone. Riguardo le imprese, migliora l'indice del clima di fiducia del settore manifatturiero e del commercio al dettaglio (entrambi ai massimi dal 2011), mentre scende quello delle imprese di costruzione (a 113,3 da 116,0) e dei servizi di mercato (a 104,4 da 108,1). Nella manifattura migliorano lievemente i giudizi sugli ordini ma le attese di produzione rimangono stabili, così come il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino. Nelle costruzioni peggiorano sia i giudizi sugli ordini o piani di costruzione, sia le attese sull'occupazione. Nelle imprese dei servizi peggiorano le attese sugli ordini e sull'andamento generale dell'economia. Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti, mentre peggiorano le attese sulle vendite future. Per i consumatori, invece, sono in diminuzione tutte le componenti del clima di fiducia: in particolare quella economica, che passa a 134,4 da 144,1. Inoltre peggiorano i giudizi dei consumatori sull'attuale situazione economica del Paese, le attese sull'economia (a 10 da 22) e le aspettative sulla disoccupazione (a 22 da -1 il saldo).
Consumatori, tutti i dati confermano fine crisi lontana - Il calo della fiducia dei consumatori ad aprile non è ''certo incoraggiante'' ma ''non avrebbe potuto essere diverso'', secondo Federconsumatori e Adusbef, secondo i quali tutti i principali indicatori economici segnano come ''la fuoriuscita dalla crisi sia ancora lontana''. Di fronte al crollo del potere di acquisto delle famiglie (-13,4% dal 2008 ad oggi) e alla forte contrazione della domanda interna (-10,7% nell'ultimo triennio), secondo le due associazioni, prima di parlare di ripresa è necessario agire concretamente per invertire l'andamento occupazionale con un piano straordinario per il lavoro.
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