BRUXELLES. L'Italia ha la maglia nera in Ue per numero di senza posto che non risultano a caccia di un lavoro. Lo rivela il Labour Force Survey 2014 di Eurostat. Secondo l'indagine, i disoccupati italiani che non sono alla ricerca attiva di un impiego sono infatti il 13,6% della forza lavoro totale, una quota che nessun altro Paese registra. Sulla percentuale pesa di certo lo scoraggiamento.
Nella categoria rientrano i disoccupati disposti a lavorare ma non disponibili immediatamente, ad esempio chi attende il risultato di un colloquio o concorso, oppure gli studenti che sono in procinto di diplomarsi oppure laurearsi. Ma soprattutto vanno ad alimentare il gruppo quanti, appunto, non sono alla ricerca attiva di un lavoro, come chi non è concretamente impegnato in una ricerca o ha rinunciato a farlo per rassegnazione. Sempre dal rapporto emerge come ben il 60% di questo 13,6% sia fatto da donne. Nella classifica l'Italia è di gran lunga la prima in Ue, seguita a distanza da Croazia (9,6%), Bulgaria (7,6%) e Finlandia (7,4%). Guardando alle altre graduatorie stilate da Eurostat, l'Italia risulta il dodicesimo Paese dell'Unione - primi i Paesi Bassi, Germania, Svezia e Regno Unito - per numero di lavoratori part time che si sentono scarsamente impiegati e che ambiscono Ad un posto a tempo pieno.
In totale sono 742 mila, pari al 3,3% della forza lavoro attiva. Anche in questo caso la maggior parte (61%) solo lavoratrici donne. I lavoratori part time in Italia sono il 18,3% della forza lavoro totale. Il record di sottoccupati spetta alla Grecia (72,1%), seguita da Cipro (65,9%) e Spagna (57,3%). A livello europeo, le persone inattive e potenzialmente alla ricerca di un lavoro sono 11,6 milioni (15-74 anni), cifra che rappresenta il 4,8% dell'intera forza lavoro in Ue. Tra questi, 9,5 milioni non sono alla ricerca attiva di un lavoro. I lavoratori part time nei 28 Paesi Ue sono in totale 44,1 milioni.
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