ROMA. È ancora notte fonda per le imprese italiane del settore costruzioni. Secondo i dati di Confartigianato, negli ultimi 12 mesi (marzo 2014-febbraio 2015) la produzione del settore è calata del 5,8% rispetto ai 12 mesi precedenti ed i posti di lavoro sono 96 mila in meno. Nello stesso periodo, invece, l'Europa mostra un aumento dell'1,6%. In Italia, tra marzo 2014 e febbraio 2015, la produzione delle costruzioni è inferiore del 42,5% rispetto al picco pre crisi settembre 2007- agosto 2008. Il trend di uno dei settori fondamentali per l'economia italiana è rilevato da Confartigianato che lo ha messo a confronto con l'andamento negli altri Paesi europei. In particolare, tra marzo 2014 e febbraio 2015, è la Spagna a manifestare la maggiore crescita della produzione delle costruzioni: + 14,7%, in forte recupero dopo il dimezzamento della produzione registrato tra il 2006 e il 2012. In ripresa anche le aziende edili del Regno Unito con un aumento del 4,3%, seguite da quelle tedesche che registrano una crescita dello 0,4%. Francia in controtendenza con una diminuzione del 4,7%. In Italia sono decisamente negative anche le condizioni dell'occupazione: nel 2014 le costruzioni hanno perso 96.000 posti di lavoro (-6,2%) e hanno toccato il minimo storico di 1.454.000 occupati. Un dato in controtendenza rispetto al trend dell'occupazione complessiva che, a fine 2014, segna un incremento di 131.600 unità, al quale ha contribuito l'aumento dell'1,5% di occupati nel manifatturiero e la crescita dello 0,9% di posti di lavoro nei servizi. Negativo il bilancio anche per le 536.814 imprese artigiane che operano nelle costruzioni, pari al 38,8% del totale dell'aziende artigiane, che danno lavoro a 835.963 addetti. Nell'ultimo anno sono diminuite del 2,8%, con una perdita di 5.646 imprese. «Nonostante i segnali apparentemente positivi dei dati sui mutui casa - sostiene il Presidente di Confartigianato Edilizia, Arnaldo Redaelli - il comparto dell'edilizia versa ancora in una situazione di profonda crisi. Siamo di fronte ad una rinegoziazione dei tassi d'interesse che rendono i mutui più sostenibili per chi già li possiede, ma resta il nodo del mercato immobiliare dell'invenduto che ancora non accenna a sbloccarsi». «Per garantire un futuro all'intera filiera delle costruzioni - aggiunge il Presidente Redaelli - dobbiamo partire dalla rigenerazione sostenibile delle città e dei territori, da quelle piccole e medie opere infrastrutturali che, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, sono fondamentali per il rilancio del settore e dell'economia. L'avvio in tempi rapidi di questi cantieri garantisce un effetto moltiplicatore sull'occupazione, ma per farlo è necessaria una modifica del patto di stabilità interno, che va reso più flessibile per consentire l'utilizzo dei fondi disponibili nelle casse comunali per investimenti. Solo così potremo farcela».