ROMA. Entro l'anno quasi 18 milioni di lavoratori potranno avere informazioni sulla loro pensione futura facendo simulazioni sia sul percorso retributivo sia sugli anni di lavoro. Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, confermando l'avvio dell'operazione 'la mia pensione, il primo maggio con l'accesso alle informazioni dei lavoratori under 40 ha dato dettagli sul programma spiegando come questo «responsabilizzi i lavoratori». I contributi versati - ha detto nel corso di un briefing con i giornalisti - non sono tasse ma «risparmio forzoso» per il consumo differito.
L'operazione partirà per gli iscritti al fondo lavoratori dipendenti, alle gestioni autonome e quelle dei parasubordinati. Potranno accedere alle informazioni, purchè in possesso del pin Inps e di almeno cinque anni di contributi versati, da maggio le persone con meno di quaranta anni, da giugno, coloro che hanno meno di 50 anni e di seguito i più anziani.
Nel 2016 l'operazione riguarderà anche i i lavoratori domestici e gli agricoli per essere estesa alla fine, entro la fine dell'anno, ai dipendenti pubblici (nel complesso saranno accessibili oltre 23 milioni di posizioni).
L'Istituto all'inizio non manderà lettere ma solo mail agli iscritti in possesso di pin mentre dopo l'estate partirà una campagna più tradizionale per sollecitare le persone a chiedere il pin. Per ora è stata fatta una sperimentazione in tre tappe con un campione complessivo di 36.000 persone e circa 4.000 risposte con percentuali positive sull'utilità dello strumento per le proprie decisioni di vita. Il calcolo viene dato in moneta costante.
Il tasso di sostituzione (importo della pensione in percentuale rispetto all'ultima retribuzione) dipenderà, ricorda l'Inps, dall'età di uscita dal lavoro, dagli anni di contribuzione, dalle retribuzioni percepite ma anche dall'andamento dell'economia e dalla speranza di vita. I tassi di sostituzione per le pensioni calcolate con il sistema contributivo, ad esempio, possono superare anche l'80% della retribuzione ma a fronte di età di uscite dal lavoro per la pensione di vecchiaia che sfiorano, come previsto dalle regole della legge Fornero, i 70 anni.
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