ROMA. Scoperto il tesoretto da 1,6 miliardi nel Def adesso parte la corsa per definire la sua destinazione. A chiarire un pò le cose interviene il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: conferma come nessuna decisione sia stata presa così come nessuna definizione dei tempi entro cui agire, ma apre ad una misura a sostegno dei più poveri. «L'evidenza empirica - spiega a chi paventa eventuali obiezioni da parte dell'Ue - dice che dove la distribuzione della ricchezza è più equa anche la crescita è migliore». Il responsabile del Tesoro spiega quindi che «la logica di un intervento contro le povertà sarebbe la stessa che ci ha portato ad introdurre il bonus degli ottanta euro» per poi precisare in serata che «destinare il bonus alle fasce più deboli» costituisce «un'ipotesi importante, se concreta lo si vedrà più avanti». Nel dettaglio le possibilità di utilizzo della somma, che secondo il leader della Uil, Barbagallo, potrebbe salire a 2,5 miliardi aggiungendo il miliardo del recupero dell'evasione fiscale, sono ancora molte anche se le più accreditate sembrano riguardare o un potenziamento dell'Asdi, l'assegno di disoccupazione mensile che verrà riconosciuto a chi, scaduta la Naspi (che partirà a maggio), non ha trovato impiego e si trova in una condizione economica di bisogno, o un aumento della platea per il bonus degli 80 euro estesa agli quindi agli incapienti, ovvero a coloro che hanno un reddito sotto gli 8.000 euro, la soglia minima per chi ha usufruito del bonus fiscale varato dal Governo lo scorso anno (la soglia superiore è di 26 mila euro). In quest'ultimo caso, però, si dovrebbe modulare l'intervento individuando più ristrette 'sottocategoriè (lavoratori autonomi, dipendenti, pensionati al minimo) perchè altrimenti le necessità finanziarie potrebbero essere molto più ingenti. A parlare della possibilità di potenziare l'Asdi è Filippo Taddei, responsabile economico del Pd che tiene subito a precisare come l'esistenza del tesoretto non sia collegato alle prossime elezioni amministrative «per ricavarne qualche vantaggio politico». Il collegamento a fini elettorali viene negato che dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, secondo cui si tratta di un intervento indistinto, quindi non legato esclusivamente ai territori coinvolti dal voto. Poletti si dice poi favorevole a destinare il miliardo e mezzo «alla parte più debole della società». Espressione condivisa dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo cui «le disuguaglianze nel nostro Paese sono cresciute moltissimo ed è un problema che non può lasciare indifferente la politica». Dalle opposizioni si ribadisce invece lo scetticismo sull'esistenza stessa del bonus e mentre Renato Brunetta definisce il premier Matteo Renzi «spudorato», Maurizio Gasparri, afferma che «parlano di un inesistente tesoretto per farsi la campagna elettorale, ma hanno già in mente di aumentare l'Iva». Matteo Salvini, leader della Lega, ribadisce poi che «con quei soldi innanzitutto devono togliere l'Imu sui terreni agricoli e poi pensare agli esodati. Se così non fosse, gli blocchiamo i lavori alla Camera e al Senato».