PALERMO. Perché la «casa» è sempre più al centro del prelievo fiscale? In Italia paghiamo davvero troppo? E come si regolano negli altri Paesi? Quanta evasione si annida negli immobili?
Sono alcune delle domande più ricorrenti per il cittadino medio, il quale negli ultimi anni ha visto crescere in maniera sensibile la tassazione immobiliare. A queste domande da ora una risposta il Rapporto 2014 stilato dal Dipartimento Finanze del ministero dell'Economia e dall'Agenzia delle Entrate. La grave crisi che ha colpito le principali economie mondiali, a partire dal 2008, ha spinto molti Paesi ad una revisione della spesa pubblica, al fine di contenere il deficit ed il debito pubblici.
Nell'attuare tali politiche, quasi tutti i Paesi europei hanno privilegiato il prelievo aggiuntivo sugli immobili, perché considerato meno distorcente per la ripresa dell' economia. Insomma, senza avventurarsi in percorsi troppo tecnici, è facile comprendere che la ripresa economica sarebbe invece più ostacolata da una maggiore imposizione fiscale sul lavoro e sul capitale. La tassazione degli immobili però, almeno nel nostro Paese, si è caratterizzata per il ritmo incalzante dei provvedimenti assunti. E così tra nuove e vecchie tasse, tra cambi di denominazione e cambi di destinatari, la confusione regna sovrana.
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