ROMA. Sarà operativo dal 2016 l'atteso riordino delle tasse sulla casa, parte del Piano nazionale di riforma che il governo sta mettendo nero su bianco in vista della presentazione del Def, il documento di economia e finanza che traccerà le linee della politica economica italiana del prossimo triennio. Intanto martedì, nel primo giro di tavolo in Consiglio dei ministri, saranno fissati 'i numeri', con prudenza ma con la ferma volontà di dare la massima spinta alla ripresa che finalmente si comincia a intravedere. Mentre la lista delle riforme avrà bisogno di essere ancora approfondita nel corso della settimana con i vari ministeri.
Una voce, come annuncia il sottosegretario Simona Vicari, sarà quella delle 'Smart City', il piano per le 'città intelligenti' che dovrebbe modernizzare le offerte di servizi per cittadini e imprese, avvicinandoli alla pubblica amministrazione. Mentre il capitolo 'spinosò degli sconti fiscali, pure sotto la lente dei nuovi responsabili della spending review Roberto Perotti e Yoram Gutgeld, potrebbe essere per il momento solo accennato, indicando la necessità di fare un 'tagliando' annuale delle tax expenditur, e lasciando alla legge di Stabilità il compito di dettagliare gli interventi. il lavoro, comunque, si dovrebbero concentrare su incentivi ed agevolazioni alle imprese e non sulle detrazioni per i singoli contribuenti (molte delle quali 'intoccabili', come quelle per lavoro dipendente o per i carichi familiari).
Di certo saranno dettagliati gli ambiti su cui si concentreranno le 'forbici' della revisione della spesa, una manovra da almeno 10 miliardi che dovrebbe consentire, insieme al risparmio da spread e ai maggiori incassi del fisco (in particolare per la voluntary disclosure) di disinnescare le clausole di salvaguardia da 16,8 miliardi in aumenti di Iva e accise. Grossa parte della sforbiciata arriverà alle spese delle amministrazioni centrali (ministeri in testa) e dal riordino delle partecipate locali (che viaggia anche attraverso la delega di riforma della P.a.) che, nelle stime dell'ex commissario Cottarelli, potrebbero portare a risparmi per 2-3 miliardi. Il Pil, che abbandona dopo un triennio il segno meno, sarà rivisto al rialzo (0,7%-0,8% rispetto allo 0,6% indicato a ottobre), mentre il rapporto deficit/Pil, nonostante la crescita più sostenuta, dovrebbe restare al 2,6%, in modo da sfruttare le risorse per interventi di rilancio.
Stessa strategia che si pensa di utilizzare per l'anno prossimo, quando dovrebbe essere fissato all'1,8%, scelta che potrebbe aprire la strada, anche se, si fa notare, è ancora molto prematuro parlarne, alla richiesta di fare slittare ancora il pareggio di bilancio (al momento fissato al 2017). Di certo si punta a un biennio «espansivo», come ha chiarito lo stesso ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. E senza abbandonare la via del consolidamento della finanza pubblica, si cercherà di creare tutti gli spazi di manovra possibili per sostenere la ripresa. Ripresa sempre più legata alle riforme, che vanno proseguite e implementate sia per eliminare le 'incrostazionì che hanno frenato il Paese per vent'anni sia per poter sfruttare anche per il prossimo anno la nuova flessibilità concessa da Bruxelles.
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