ROMA. In arrivo 50 milioni di fatture digitali l'anno per un valore di 135 miliardi di euro. Verranno coinvolti 2 milioni di fornitori che invieranno alle 21.840 Pubbliche amministrazioni coinvolte le e-fatture, che, ricorda la Cgia, debutteranno ufficialmente il prossimo 31 marzo. Sono i numeri della nuova fatturazione elettronica, con la quale tutte le fatture emesse dalle aziende private che lavorano per le P.a dovranno essere effettuate esclusivamente con modalità elettronica.
Chi non rispetterà l'adempimento, sottolinea la Cgia, rischia grosso: da dopodomani le Pubbliche Amministrazioni non potranno più accettare nè pagare le fatture ricevute in forma cartacea. La novità, comunque, non è assoluta: già dallo scorso mese di giugno i fornitori dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti previdenziali hanno l'obbligo, dopo aver eseguito l'erogazione di un bene o di un servizio, di emettere la fattura elettronica.
Da martedì, spiegano gli Artigiani di Mestre, la trasmissione delle fatture avverrà attraverso un sistema di interscambio gestito dall'Agenzia delle Entrate al quale le imprese dovranno inviare le fatture: sarà questa struttura a inviare agli uffici delle singole amministrazioni il documento informatico. Le amministrazioni saranno chiamate a identificare i propri uffici deputati alla ricezione delle fatture elettroniche e ne cureranno la registrazione nell'Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA). Si tratta di un adempimento importante: questo codice dovrà essere indicato nella fattura elettronica e sarà tra le informazioni che gli uffici pubblici daranno ai propri fornitori. «Speriamo - segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - come in più di un'occasione ha sottolineato il Governo, che questa nuova operazione acceleri i tempi di pagamento della P.a. Sebbene siano stati fatti degli importanti passi in avanti, la nostra P.a rimane la peggiore pagatrice d'Europa. L'anno scorso ha pagato mediamente dopo 165 giorni, contro una media Ue di 58». Da martedì le Amministrazioni pubbliche coinvolte saranno 21.840, ma non tutte saranno operative da subito. «450 enti non si sarebbero ancora registrati nell'Indice della Pa - conclude -. Speriamo che questi disguidi, che coinvolgerebbero l'Unione delle Province d'Italia e molti consorzi legati alle federazioni sportive, siano risolti in tempi brevi».
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