ROMA. Un settore interessante quello delle olive da tavola, come sottolinea l'Unaprol in un focus sul settore. Tre, attualmente, le cultivar che hanno la denominazione di origine protetta in Italia. Sono le dop: Nocellara del Belice, Bella della Daunia (nota come Bella di Cerignola) e Oliva tenera Ascolana. Altre varietà, intanto, si accingono a fregiarsi di questo ambito riconoscimento comunitario. Tra queste: Taggiasca nella provincia di Imperia e Savona, Itrana che si concentra nel basso Lazio, Majatica del Materano, Dolce di Rossano e Carolea in Calabria, Cellina di Nardò e Leccino del Leccese, Peranzana del Tavoliere, Tonda Iblea del Ragusano, Giarraffa di Paternò. Gli ultimi dati Istat disponibili (riferiti al 2013), riportano una produzione di olive da mensa pari a circa 88.000 tonnellate.
Il quantitativo rappresenta un valore di circa il 3% della produzione nazionale di olive, molto marginale rispetto al contesto europeo e mediterraneo. Il nostro paese si conferma il terzo produttore in ambito UE, dopo Spagna e Grecia. Il 35% circa della produzione proviene da cultivar da mensa, la restante parte proviene da cultivar a duplice attitudine la cui utilizzazione è estremamente variabile in dipendenza della domanda di mercato e dell'andamento stagionale. Puglia e Sicilia sono le principali aree di produzione di olive da mensa. La Sicilia si attesta su una quota del 42%, mentre la Puglia rappresenta circa il 27% della produzione nazionale. Il consumo totale per l'Italia, secondo gli ultimi dati previsionali COI, riferiti al 2014/2015, è stato stimato intorno a 146.000 tonnellate con un consumo di circa 2 Kg. pro-capite ogni anno.
L'analisi dell'export delle ultime campagne mostra una tendenza alla crescita. I principali paesi importatori sono gli Usa (25%), l'UE (18%) e il Brasile (13%). La maggior parte della materia prima commercializzata a livello mondiale (circa il 60%), proviene da Grecia, Spagna, Tunisia e Marocco; paesi in grado di garantire qualità, disponibilità e prezzi competitivi. I consumi di olive da tavola sono in aumento, soprattutto nel Paesi dell'Ue, Usa, Egitto e Turchia che assorbono circa il 55% dell'intera produzione mondiale.
Il settore rappresenta una nicchia di mercato, ma la ristrutturazione delle aziende, unitamente all'aumento della domanda mondiale di prodotto, lascia intravedere nuovi sviluppi sostenuti dall'evoluzione di stili di vita ed abitudini alimentari che privilegiano l'uso delle olive da tavola soprattutto nei pasti fuori casa o nei fuori pasto.
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