ROMA. Borsalino annuncia fallimento. Nonostante sul mercato i suoi cappelli siano al top delle richieste, il consiglio di amministrazione ha deciso un paio di settimane fa di chiedere al tribunale di Alessandria il concordato preventivo «che consenta la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti», che potrebbe portare ad uno «scenario alternativo di natura liquidatoria».
Rischia di fallire dunque un'azienda storica, che ha quasi 160 anni di vita, 130 dipendenti ed è considerata nel mondo della moda quasi quanto la Ferrari in quello dei motori. All’origine dei problemi, c'è un finanziere - l’artigiano Marco Marenco - al centro della maggiore bancarotta italiana dopo Parmalat, un crac stimato sui tre miliardi. Da giugno dell’anno scorso, Marenco è di fatto latitante all’estero (pare in Svizzera) dopo gli ordini di cattura emessi dai tribunali di Asti e Alessandria.
Fra le quote di undici società riconducibili a Marenco messe sotto sequestro c’è anche il 50,45 della Borsalino di proprietà della Fisi, a sua volta controllata dalla quasi omonima Fisi Gmbh con sede in Germania.
Da tempo, il consiglio di amministrazione dell'azienda tenta di salvare il salvabile, utilizzando gli incassi per pagare dipendenti e almeno in parte i fornitori. Nessun aiuto da parte delle banche perché i giudici hanno anche congelato beni per un paio di milioni. Il problema più grosso si è presentato qualche mese fa quando il debito verso il maggior fornitore di pelo di coniglio (indispensabile per il feltro) è salito a livelli tali da far sospendere gli invii.
La richiesta di concordato preventivo arriva dunque quasi come una liberazione, visto che finalmente si dovrà risolvere i rebus legati alla proprietà. E il marchio Borsalino oggi fa gola a molti nel mondo della moda.
Intanto, Borsalino guarda agli anni '70 e lancia il Progetto Replica, con forme iconiche e lavorazioni tipiche di quella decade riprese direttamente dagli archivi: mélange di lepre e seta nei colori grigio, blu e nero, proposti su cappelli a tesa piccola, media e larga, ma anche cappelli in feltro con abbinamenti cromatici inaspettati come il turchese e l'arancio. Le forme di cappelli maschili e femminili sono sempre più simili. La distinzione non è più così netta. È l'emancipazione della donna, emblema di quegli anni, che segna lo stile di oggi. Per i più giovani c'è il berretto da aviatore, con pon-pon di pelliccia o con nuovi intrecci.
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