PALERMO. Lucia Borsellino ha firmato i decreti. Altri quattro punti nascita chiudono, perchè non hanno i requisiti minimi previsti per continuare a svolgere il servizio pubblico.
Le strutture per cui oggi è stata ufficializzata la chisura sono quelle di Licata, Paternò e Cefalù tutte pubbliche. Un quarto provvedimento prevede la chiusura del reparto di ostetricia «finalizzato alla nascita» anche nella casa di cura Argento di Catania. Tutte queste strutture non svolgono il minimo di 500 parti all’anno fissato nel decreto nazionale. E ciò, in generale, comporta che non siano centri sicuri.
Il provvedimento della Borsellino arriva all’indomani delle polemiche per la morte della piccola Nicole, la neonata che ha visto la luce nella clinica Gibiino di Catania ma che è morta tre dopo durante il trasporto in ambulanza verso un ospedale ragusano. La clinica infatti non dispone di una Terapia intensiva neonatale.
E, anche se i decreti sono di oggi, la Borsellino precisa che si tratta dell’attuazione di piani già previsti da tempo. «I primi 15 punti nascita pubblici e privati - precisa l’assessore - sono stati chiusi già dal 2012. A questi si sono aggiunti poi quelli di Leonforte e Piazza Armerina. Nel 2013 hanno cessato l’attività quelli di Niscemi, Mazzarino, Augusta, Alcamo, Mazara. E nel 2014 abbiamo chiuso quelli di Barcellona e Mistretta, oltre a quelli nelle case di cura private Valsalva di Catania, Orestano e Demma di Palermo (che hanno deciso autonomamente di chiude, ndr), Villa Rizzo di Siracusa e Villa dei Gerani di Trapani».
Ora gli ultimi provvedimenti, che nascono anche dalla nuova rete ospedaliera che riscrive la mappa di reparti in tutta la Sicilia. La Borsellino ha dettato disposizioni per la fase di chiusura. I manager di Asp e ospedali dovranno per avviare la «chiusura con il mantenimento, nei presidi pubblici di interesse, della temporanea guardia attiva ostetrico-ginecologica h24 fino al completamento della dismissione. Le aziende dovranno provvedere altresì, a garantire la messa in sicurezza del percorso di assistenza alle future mamme, assicurando contemporaneamente le condizioni di recettività in sicurezza dei punti nascita che dovranno accogliere la maggiore domanda, nonchè altre attività di supporto alle famiglie».
Secondo i decreti appena firmasti Asp e ospedali «dovranno curare anche le attività di informazione e comunicazione da concertare con i territori sulla nuova organizzazione dei servizi per l'assistenza materno-infantile nonchè il collegamento funzionale con gli stessi ambiti territoriali».
Cliniche Orestano e Demma: noi scelto chiusura punti nascita. In relazione alla nota diffusa dall'assessore Borsellino in merito alla chiusura dei punti nascita, le case di cura Orestano, nella persona del dottor Piefausto Orestano, e la Nuova casa di cura Demma, nella persona del dottor James Cucinella, dicono, "a tutela del buon nome e dell'immagine delle strutture", che i loro punti nascita "non sono stati chiusi dalla pubblica amministrazione per mancanza di requisiti o perché non erogavano il numero minimo di 500 parti l'anno, tant'è che ne erogavano, in media, circa 800 l'anno, e che, pertanto rispettavano tutti i requisiti di legge ed erano sicuri. In realtà, la chiusura dei punti nascita delle case di cura accreditate Orestano e di Demma è stata frutto, esclusivamente, di una libera scelta aziendale".
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