PALERMO. La lenta agonia di Sviluppo Italia Sicilia passa dalla perdita di tutti i grandi affari di questo scorcio di legislatura. Qualche giorno fa l’assessorato alla Formazione è stato costretto a bloccare un contratto con la società partecipata del valore di due milioni e mezzo. Un vizio formale ha impedito che fosse Sviluppo Italia a seguire i bandi del Piano Giovani.
Due giorni fa invece si è scoperto che la convenzione fra Regione e società non è ancora attiva: manca la firma del governo perchè l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, non l’ha portata in tempo in giunta e anche la Corte dei Conti non può ancora approvarla. Risultato: la società perde una commessa da quasi mezze milione per l’Expo di Milano. Appalto che la Regione ha assegnato a Unioncamere. E ora ecco anche il caso dell’assistenza tecnica per la spesa dei fondi europei. Carmelina Volpe, presidente della società, precisa: «Quando fummo contattati avevamo altre commesse, ma ora saremmo pronti a lavorare per la Regione. Tra l’altro, il problema è che a noi era stato impedito di fare un bando per selezionare il personale all’esterno».
Mentre ora il Formez ha avuto il via libera alle assunzioni di esperti esterni. Intanto però Sviluppo Italia viaggia a vele spiegate verso il fallimento: «Non abbiamo pagato gli stipendi di dicembre 2014 e le tredicesime e le quattordicesime. E siamo già in arretrato per i mesi di gennaio e febbraio» precisa la Volpe. Del caso si occuperà mercoledì la commissione Bilancio. Lì Bernadette Grasso, Toto Cordaro e Roberto Clemente annunciano battaglia: «Il governo regionale dia risposte e non penalizzi i lavoratori». E pure la Cgil segnala un altro ritardo: «L’ultima Finanziaria - spiegano Gino Ridulfo e Gianluca Mazzarese - ha stanziato a Sviluppo Italia 1,2 milioni ma nelle casse della società non è ancora arrivato un euro».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia