PARIGI. La casa automobilistica Renault «procederà all'assunzione di 1.000 persone con contratto a tempo indeterminato in Francia nel 2015», a cui si aggiungono 1.000 contratti di apprendistato per giovani. Lo annuncia una nota, nel giorno in cui l'azienda ha presentato conti per il 2014 migliori delle attese.
«Queste assunzioni ci permetteranno di beneficiare di tutte le competenze specifiche necessarie per rispondere alle sfide di domani, in particolare nel campo delle innovazioni tecnologiche - commenta l'amministratore delegato Carlos Ghosn - È una buona notizia per Renault, mostra che i nostri sforzi in materia di competitività danno i loro frutti».
Renault chiude il 2014 con un utile in crescita del 30%, oltre le attese, grazie al calo del costo del lavoro in Francia e alla crescita delle vendite del modello Dacia. L'utile operativo è salito a 1,61 miliardi di euro dagli 1,24 mld dell'anno precedente. Gli analisti si attendevano un utile di 1,45 mld. I ricavi crescono dello 0,3% a 41,1 mld. Le vendite di auto ammontano a 2,71 milioni di veicoli (+3,2%). Per il 2015 prevede un aumento del margine operativo, delle consegne e dei ricavi.
Il risultato netto si attesta a 1,998 mld di euro e il risultato netto di pertinenza del Gruppo a 1,890 mld di euro. Il contributo dell'auto al fatturato raggiunge 38,874 miliardi di euro, in aumento dello 0,3% rispetto al 2013.
Il Gruppo ha compensato l'impatto negativo del cambio con aumenti di prezzo nei Paesi extra-europei e con il forte incremento delle vendite di componenti e di veicoli ai partner. Nel 2014 è sceso il contributo delle aziende associate, principalmente Nissan a 1,362 miliardi di euro, rispetto a 1,444 miliardi di euro nel 2013, al netto del contributo negativo di AVTOVAZ, pari a -182 milioni di euro.
Il dividendo per gli azionisti sale a 1,90 euro per azione, contro gli 1,72 dello scorso anno. Sul fronte delle prospettive del mercato Renault prevede che «la domanda automobilistica mondiale dovrebbe continuare a crescere nel 2015 (+2%). Il mercato europeo dovrebbe registrare, a sua volta, un lieve incremento del 2%, mentre prevediamo, da parte nostra, un nuovo anno di forte volatilità nei nostri principali mercati emergenti».
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