ROMA. «Resta tuttora elevato il ritardo nell'utilizzo di strumenti alternativi al contante». Lo evidenzia il vice direttore generale dell'Abi Gianfranco Toriello in audizione alla Camera.
«Abi ritiene dunque che, a fronte dell'ampio panorama normativo e dell'attiva azione delle banche nell'offerta di servizi tecnologicamente avanzati, non sia funzionale insistere sul solo concetto di 'tracciabilita» e continuare a imporre norme vincolanti«, aggiunge Toriello, che propone una triplice azione dell'autorità pubblica: accelerare la digitalizzazione dei pagamenti della Pa; introdurre incentivi di carattere fiscale per chi utilizza strumenti di pagamento elettronico; e un'incisiva azione culturale e formativa che faccia emergere i costi occulti dell'utilizzo del contante per l'intera economia.
«I pagamenti elettronici crescono, ma a ritmi inferiori a quelli di altri paesi e, soprattutto, si continua ad ampliare il divario tra l'utilizzo pro-capite annuo», evidenzia Toriello: «nel 2013, 75 operazioni annuali per abitante nel nostro Paese erano con strumenti alternativi al contante, contro i circa 200 nell'area dell'euro. E ciò a fronte di un assetto infrastrutturale per i pagamenti elettronici perfettamente paragonabile a quello di altri paesi europei - a fine 2013 in Italia vi erano 40.000 ATM e più di 1.500.000 POS».
Nel corso degli ultimi anni sono state emanate molte norme in Italia e tutte «hanno il potenziale per accelerare la graduale tendenza verso un maggior ricorso a strumenti di pagamento elettronico», osserva il vice direttore generale dell'Abi, che sottolinea però come occorra «dar modo a queste norme di esplicare i loro effetti che necessariamente si potranno manifestare solo nel medio periodo» perchè comportano profondi mutamenti nella domanda e offerta.
«La lenta evoluzione nell'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico nel nostro Paese - aggiunge -, oltre che ai vantaggi 'meno nobilì dell'uso del contante che ho richiamato in precedenza, va ascritta infatti anche a ragioni culturali, demografiche, sociologiche e psicologiche, a erronee percezioni relative alla minore sicurezza e, nuovamente, al timore di un 'grande fratellò, che vuole conoscere le mie spese, abitudini e preferenze attraverso pagamenti 'tracciabilì».
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