BRUXELLES. La Commissione europea gela le attese sulla crescita italiana: per quest'anno il Pil resta fermo a +0,6%, stessa stima di novembre scorso, e con una disoccupazione che viene invece rivista al rialzo, a +12,8%. Bene il deficit, che scende a 2,6%. Le stime invernali di Bruxelles, che saranno pubblicate domani, gettano un'ombra anche sul debito, che diventa più difficile abbattere senza l'aiuto della crescita. Allo stesso tempo, però, con una crescita ancora sotto il potenziale l'Italia ha i requisiti per sfruttare al massimo la nuova flessibilità europea, che interviene proprio in soccorso di chi non riesce ancora ad agganciare la ripresa in modo convinto. In base alle nuove previsioni della Commissione, non sembra quindi esserci ancora quella spinta che ci si attendeva dal calo del petrolio, dalle riforme e dal quantitative easing della Bce. Come previsto da Fitch: «Problemi strutturali di lunga data hanno ridotto il potenziale di crescita» dell'Italia, suggerendo che «la spinta nel 2015 proveniente dai bassi costi del petrolio, dal Qe della Bce e dal deprezzamento dell'euro potrebbe essere limitata». Ma che l'Italia sia sulla strada giusta, lo conferma anche oggi il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble: il governo italiano «ha fatto le riforme necessarie», ha detto oggi. E ora il Governo, spiega sempre Fitch, è pronto anche per accelerare gli sforzi visto che la «rapida» elezione del nuovo presidente della Repubblica dovrebbe permettere alle istituzioni di concentrarsi sulle riforme istituzionali ed economiche. Restano però le «deboli prospettive di crescita» che «pesano sul rating» e l'outlook nel breve termine «è fragile», conclude l'agenzia. Senza crescita si allontanano anche i progetti di ampliare le politiche a favore dei ceti meno abbienti, come quello di estendere il bonus di 80 euro ai pensionati e alle partite Iva: «Non c'è alcun dubbio che se la ripresa si consolida saremo nelle condizioni di affrontare questo tema, continuando con la riduzione del carico fiscale», ha detto oggi il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Le previsioni peggiori delle aspettative rendono più complicato anche centrare l'obiettivo di riduzione del deficit strutturale richiesto dalla Commissione: entro marzo l'Italia deve fare una correzione di 0,25%, o convincere i tecnici europei che la correzione è stata già fatta, come sostiene il Governo. Il dialogo con Bruxelles proseguirà fino a marzo, e oggi il ministro Pier Carlo Padoan ha avuto un incontro con diversi commissari tra cui il vicepresidente responsabile del Semestre europeo Valdis Dombrovskis.