Domenica 17 Novembre 2024

Jobs act, la Cgil: "Tutele crescenti? Liberalizza i licenziamenti"

ROMA. Sul decreto attuativo del Jobs act relativo al contratto a tutele crescenti "non presentiamo emendamenti: lo riteniamo non equilibrato, non giusto, non rispondente al mandato della delega". Lo ha affermato il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, nel corso dell'audizione in commissione Lavoro della Camera, ribadendo il giudizio negativo del sindacato. "Non c'è traccia di quali siano le tutele progressive: è finalizzato solo alla liberalizzazione dei licenziamenti. E' un provvedimento sbagliato nell'insieme, non compatibile con la volontà di aumentare l'occupazione", ha aggiunto. "Come Cgil chiediamo a questa commissione di prendere una posizione netta anche sull'eccesso di delega che c'è sui licenziamenti collettivi". Per quanto riguarda invece il decreto attuativo sui nuovi ammortizzatori sociali "possono esserci dei correttivi", ha proseguito Sorrentino, ribadendo la posizione della confederazione di corso d'Italia secondo cui questo provvedimento "nasce per universalizzare l'Aspi (l'indennità di disoccupazione) ma non assolve a questo obiettivo". Barbagallo: cambiarlo per fare meno danni possibili. "Vi chiediamo di fare di tutto per cambiare, per fare meno danni possibili. La prima norma su cui bisogna fare uno sforzo è sui licenziamenti collettivi" che rischia di "diventare un problema sociale molto forte". Così il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, anche lui in audizione in commissione Lavoro della Camera sui primi due decreti attuativi del Jobs act sul contratto a tutele crescenti e sui nuovi ammortizzatori sociali. "Abbiamo già espresso le nostre perplessità e la nostra contrarietà su molte parti del provvedimento: doveva dare ai giovani la possibilità di tutela crescenti e invece si è cominciato a parlare solo di licenziamenti. Secondo me - ha proseguito - i giovani non sono per niente contenti: il fatto che il governo perda consenso ogni settimana deriva anche da questa percezione". Nel merito delle modifiche richieste, il numero uno della Uil ha sottolineato anche la necessità di garanzie per i lavoratori nei cambi di appalto, sui licenziamenti individuali ha chiesto che si "innalzi l'indennizzo per evitare che le aziende meno virtuose possano guadagnarci dai licenziamenti" e sui licenziamenti disciplinari di lasciare "alla contrattazione la possibilità di tipizzazioni coerenti". Infine sulla nuova Naspi, la nuova indennità di disoccupazione che viene innalzata a 24 mesi nel 2015 e nel 2016, ha indicato come elemento negativo "la durata massima a 18 mesi dal 2017".

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