ROMA. Trasportatori sempre più vittime della criminalità organizzata. Secondo quanto emerge da un'indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Gfk Eurisko per metà delle imprese dei trasporti la crisi economica ha peggiorato i livelli di sicurezza. Con furti (per il 65%) e abusivismo (per il 54%) che si rivelano i crimini percepiti in maggior aumento. I dati, dice il Vice Presidente di Confcommercio, Paolo Uggè, «testimoniano la necessità e l'urgenza di dare attuazione ai contenuti del Protocollo di legalità, sottoscritto a suo tempo dal Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, con l'allora Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, per combattere le infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo dei trasporti. Del resto, i controlli sono gli unici strumenti idonei a prevenire la presenza della malavita organizzata nel settore». In particolare, 6 imprenditori dei trasporti su 100 dichiarano di aver subito minacce o intimidazioni con finalità estorsiva e 9 su 100 dichiarano di conoscere altre imprese che sono state oggetto di minacce o intimidazioni. Le minacce si manifestano soprattutto sotto forma di pressioni psicologiche (per il 62%), ma molto diffuso è anche il danneggiamento alle cose (per il 44%). Un imprenditore dei trasporti su due si è piegato alla minaccia subita, mentre la richiesta estorsiva è soddisfatta più spesso con consegna di merce (nel 64% dei casi) rispetto al denaro (nel 38% dei casi). Tra le misure cautelative prese nei confronti del racket e degli altri fenomeni criminali, le imprese dei trasporti adottano soprattutto telecamere e impianti di allarme (29%), assicurazioni (17%) e vigilanza privata (15%). Maggior protezione sul territorio da parte delle forze dell'ordine (per il 65%) e certezza della pena (53%) sono le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza. E solo il 17% delle imprese dei trasporti ritiene che gli organismi di controllo garantiscano il rispetto delle regole nel settore.