Domenica 22 Dicembre 2024

Il piano della Regione per le autolinee:
«Tagli ai fondi, le concessioni all’asta»

PALERMO. Subito un taglio del 5% ai finanziamenti ed entro la fine dell’anno le gare che metteranno all’asta concessioni ancora oggi frutto di vecchie proroghe. C’è anche la riforma delle autolinee nella Finanziaria che l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, sta mettendo a punto in questi giorni. Subito un taglio del 5% ai finanziamenti ed entro la fine dell’anno le gare che metteranno all’asta concessioni ancora oggi frutto di vecchie proroghe. C’è anche la riforma delle autolinee nella Finanziaria che l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, sta mettendo a punto in questi giorni. Il capitolo destinato ai trasporti punta a scardinare uno dei monoliti del bilancio regionale. Le 120 aziende private e pubbliche che gestiscono i collegamenti su bus e le ex municipalizzate si dividono ogni anno 166 milioni. Che nel corso di quest’anno verranno ridotti a poco meno di 160.Questa è la prima mossa da realizzare con la Finanziaria: «Per il triennio 2015-2017 - si legge nella bozza di Baccei - gli oneri per l’esecuzione dei contratti di servizio provvisorio stipulati dalla Regione e dai Comuni con le stesse aziende già concessionarie possono essere ridotti del 5%». Il progetto dell’assessorato ai Trasporti, che ha scritto le norme da inserire in Finanziaria, è però molto più ampio e prevede di rivoluzionare un settore che di proroga in proroga non ha mai aperto al mercato le tratte. L’ultima proroga è stata deliberata a Ferragosto del 2009 e scadrà a fine 2015.Se la Finanziaria che Baccei sta predisponendo verrà approvata, scatterà l’obbligo di bandire le gare. Di più, la manovra prevede anche come dovranno essere scritti i bandi per i contratti di servizio. E l’obiettivo è cambiare il meccanismo di finanziamento pubblico al settore: la Regione non ha mai recepito una legge nazionale che impone di parametrare i rimborsi alle aziende private per compensare i bassi ricavi. Fino a ora invece le corse venivano pagate dalla Regione (circa un euro al chilometro) e i concessionari, cioè le aziende, intascavano anche i biglietti. L'ARTICOLO INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA

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