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Entro il 2019 più di 212 milioni di disoccupati nel mondo

Le stime sono state rese note dall'organizzazione internazionale del lavoro. Per l'Italia, il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 12,3% nel 2017, dopo essere salito al 12,6% nel 2015

GINEVRA. Le prospettive mondiali di occupazione peggioreranno nei prossimi cinque anni ed entro il 2019 più di 212 milioni di persone saranno senza lavoro, contro i 201 milioni del 2014: sono queste le fosche previsioni dell'ultimo rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) che teme un aumento delle disparità e delle turbolenze sociali.  La disoccupazione dovrebbe aumentare di circa 3 milioni di persone nel mondo nel 2015 e di otto milioni supplementari nei quattro anni successivi. L'economia mondiale - afferma il documento intitolato World Employment and Social Outlook - Trends 2015 «reso noto a Ginevra - è infatti entrata in un nuovo periodo che combina una crescita lenta, un aumento delle disuguaglianze e delle agitazioni sociale ed appare incapace di riassorbire il deficit di impieghi scavato dalla crisi del 2008 e di ridurre le disparità sociali emerse.

Per l'Italia, il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 12,3% nel 2017, dopo essere salito al 12,6% nel 2015, secondo una tabella di stime. «Più di 61 milioni di posti di lavoro sono stati persi dall'inizio della crisi globale nel 2008 e le nostre proiezioni mostrano che la disoccupazione continuerà ad aumentare fino alla fine del decennio. Ciò significa che la crisi occupazionale è tutt'altro che finita quindi non c'è posto per l'autocompiacimento» ha commentato il Direttore generale dell'Ilo Guy Ryder. Secondo gli esperti dell'Organizzazione, la situazione occupazionale è migliorata negli Usa e in Giappone, ma rimane difficile in alcune economie avanzate, in particolare in Europa, mentre l'Est asiatico è tra le regioni in grado di far  diminuire il lavoro vulnerabile.  L'Ilo osserva che i giovani lavoratori tra 15-24 anni restano particolarmente colpiti dalla crisi, con un tasso globale di disoccupazione giovanile di quasi il 13% nel 2014 e un ulteriore aumento è previsto nei prossimi anni. Grande preoccupazione è espressa anche per le disuguaglianze di reddito che in alcune economie avanzate ora si avvicinano ai livelli osservati tra le economie emergenti. L'Ilo prevede che le disparità di reddito continueranno a crescere, con il 10% dei più ricchi che guadagna dal 30 al 40 per cento del reddito totale, mentre il 10% più povero tra il 2 e il 7 per cento.

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