Domenica 24 Novembre 2024

Stop al progetto da 35 milioni, nella Formazione sfuma il posto per 1.415

PALERMO. Doveva essere il paracadute per almeno 1.415 ormai ex lavoratori della formazione professionale e invece è rimasto un progetto difficile da realizzare. Il piano che l’assessorato aveva messo in campo per dare un lavoro a quanti erano impiegati negli enti falliti o a cui è stato revocato il finanziamento per problemi giudiziari si chiama Prometeo e da ieri è sospeso per effetto di una ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa. L’assessorato sta provando a salvare la selezione ma al momento tutti i lavoratori restano appesi a un filo. L’emergenza nasce da un ricorso che un piccolo ente di Monreale, nel Palermitano, ha presentato al Tar contro il progetto ideato dall’allora assessore Nelli Scilabra. L’ente che ha fatto ricorso si chiama Ted Formazione professionale ed è stato assistito dall’avvocato Carlo Comandè che - in estrema sintesi - ha sostenuto l’irregolarità dell’impiego in questo progetto di fondi che erano destinati invece ai corsi di formazione tradizionali. Per Prometeo la Regione ha investito 35 milioni, frutto soprattutto della revoca dei fondi a enti storici come Lumen, Aram e Ancol che sono finiti nella maglie dell’inchiesta che ha coinvolto il deputato del Pd Francantonio Genovese, tornato in cella venerdì proprio per questo motivo. Dunque, con i fondi recuperati la Regione ha pensato di finanziare i corsi tolti agli enti sotto inchiesta e di gestirli in proprio attraverso l’ente pubblico Ciapi di Priolo. Il quale a sua volta avrebbe impiegato proprio il personale degli enti tagliati dal sistema formativo evitandone il licenziamento. Ma il Ted di Monreale ha sostenuto che ciò non è legittimo. Tutti gli enti - ha ricordato nel ricorso al Tar e poi al Cga - hanno ricevuto i fondi in base a un bando, il cosiddetto Avviso 20 del 2012. E questo bando prevede - al paragrafo 4 - che tutte le somme recuperate vengano utilizzate per scorrere la graduatoria, cioè per finanziare corsi che non erano partiti proprio perchè i fondi stanziati tre anni fa erano insufficienti. Il Tar in primo grado non ha accolto la richiesta di sospensione del progetto Prometeo avanzata dall’ente Ted. Ma il Cga ha depositato ieri l’ordinanza che ribalta la pronuncia di primo grado concedendo il provvedimento cautelare e rinviando tutti gli atti al Tar per la pronuncia di merito. In attesa della pronuncia sul merito del ricorso, che succede ora? L’ordinanza non è ancora stata notificata alla Regione e dunque in questa fase negli uffici di viale Regione Siciliana si fanno solo ipotesi. L’obiettivo è salvare il salvabile: «Non conosco la pronuncia del Cga - precisa Gianni Silvia, direttore dell’assessorato alla Formazione - ma mi chiedo come sia possibile bloccare o sospendere un progetto di 35 milioni per il ricorso di un ente che lamenta il mancato finanziamento di un corso da 350 mila euro. Proveremo ad accogliere la richiesta dell’ente e lasciare che Prometeo vada avanti. Ma, ripeto, prima dobbiamo leggere l’ordinanza». La Regione è forte del fatto che il Tar in primo grado aveva ritenuto di escludere che quello di scorrere la graduatoria in caso di recupero di somme fosse un obbligo. Ma ora, evidentemente, tutto dal punto di vista delle valutazioni giudiziarie è da rifare. E si tratta di un altro ostacolo per un progetto nato fra le polemiche e proseguito fra mille intoppi. Fin dall’inizio la scelta della Regione di gestire il personale in un proprio ente ha suscitato le proteste dell’opposizione. Ma il problema vero è stato tenere in vita i corsi che il Ciapi aveva ereditato dagli enti soppressi: a settembre si è scoperto infatti che gli allievi non erano più interessati. E ciò ha fatto sì che solo pochi potessero ripartire subito reimpiegando i relativi lavoratori. Tutti gli altri formatori sono rimasti in attesa, esclusi anche dalla cassa integrazione. Infine, l’ultimo intoppo era stato segnalato dall’assessore alla Formazione Mariella Lo Bello: alcuni corsi non sono partiti perchè il Ciapi non ha trovato le aule. Le scuole, su cui la Regione contava, non hanno fornito gratuitamente i locali e l’amministrazione non aveva risorse per pagare affitti. Per tutti questi motivi dei 311 corsi del progetto Prometeo, solo un centinaio è realmente partito.

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