Lunedì 23 Dicembre 2024

Dipendenti pubblici, 220 licenziamenti in un anno: la metà per assenze

ROMA. È questione di giorni: in «settimana» arriveranno gli emendamenti clou alla riforma della Pubblica amministrazione. Ad assicurarlo il relatore, Giorgio Pagliari (Pd), che dovrebbe firmare, in stretto accordo con il governo, le novità sui capitoli relativi a prefetture, ruolo della presidenza del consiglio, dirigenza e soprattutto pubblico Impiego. Dopo il varo del Jobs act e le assenze di massa dei vigili urbani a Roma a Capodanno, il premier Matteo Renzi ha spiegato come le regole per gli statali vadano cambiate e per il ministro della Pa, Marianna Madia, la strada da seguire è quella della semplificazione dei procedimenti disciplinari. I licenziamenti già ci sono ma, secondo il ministro, il sistema potrebbe essere migliorato. Si parte così da un numero, l'ultimo a disposizione: 220 licenziamenti in un anno, il 2013. La metà per irregolarità sulle assenze. Un altro punto, questo, su cui è stato annunciata una modifica, per dare la competenza esclusiva sulle visite fiscali all'Inps (dalle Asl).  Probabilmente si lavorerà a quello che il relatore ha chiamato «l'ultimo» pacchetto di emendamenti, anche «a inizio settimana, per le ultime limature». Ma sono proprio le sfumature, le singole parole, a fare la differenza, soprattutto sui licenziamenti. Ormai sembra certo che non si tratta di traslare 'pari parì le misure del Jobs act sul pubblico impiego, ma pare scontata una stretta sul procedimento disciplinare. Il meccanismo attuale, regolato dalla legge Brunetta, per il ministro risulterebbe bloccato. Ad esempio in caso di scarso rendimento, inserito nei disciplinari perchè nel pubblico non c'è il licenziamento economico vero e proprio, è previsto che scatti dopo una 'pagellà che certifica una valutazione insufficiente nell'arco di almeno un biennio. C'è però poi una serie di rimandi che determinerebbe, a detta di Madia, un «eccesso di procedure». E nel mirino c'è anche il sistema delle valutazioni, strettamente collegato al tema delle sanzioni. Quindi anche sulla misurazione delle performance si cambierà, a partire dai dirigenti. Il nodo del Jobs act comunque non tocca i licenziamenti legittimi, ma quelli illegittimi, per cui si va in tribunale. Le strade sono due: il reintegro o l'indennizzo. Ora nel privato la riassunzione resterà solo in situazioni specifiche. Nel pubblico invece, ha fatto sapere Madia, la tutela dell'articolo 18 rimarrà la regola generale, anche se nei giorni precedenti si era anche parlato di un maggior ruolo dei giudici. Per rispondere alle critiche di chi ritiene che le nuove misure valgano anche per il pubblico impiego, in virtù del Testo unico del 2001, oltre all'emendamento ci sono altri strumenti: i decreti attuativi e un nuovo Testo unico proprio sul lavoro nella Pa, dove, dati dell'Ispettorato per la Funzione pubblica alla mano, i licenziamenti disciplinari sono stati circa 220 nel corso del 2013, ultimo anno per cui è disponibile la cifra. Sul sito di Palazzo Vidoni è, infatti, riportato, aggiornato a gennaio, il monitoraggio da cui emerge come il 45% (99 sul totale) delle 'uscitè derivi da assenze dal servizio ingiustificate o non comunicate nei tempi prescritti. Seguono, tra le motivazioni, quelle connesse a reati (78 provvedimenti, pari al 36%). La stragrande maggioranza dei procedimenti disciplinari (6.302 quelli conclusi nel 2013 su 6.935 avviati) che si chiude non con un sanzione considerata grave finisce invece in una sospensione, ne sono state fatte quasi 1.400 (fuori dall'ufficio per giorni, anche mesi, senza retribuzione). Non ci sarebbero quasi più dubbi sull'arrivo dell'emendamento per la realizzazione di un 'Polo unico della medicina fiscalè, per cui tutti i controlli sarebbero affidati all'Inps, anche quelli relativi ai dipendenti pubblici, che ora vengono 'controllatì dalle Asl (pure se in teoria la Regione competente già oggi può scegliere tra Istituto di previdenza e azienda sanitaria locale). Il passaggio delle funzioni in via esclusiva all'Inps comporterebbe una serie di novità, soprattutto si pone un interrogativo: se uniformare giorni e fasce orarie in cui ricevere i controlli; per gli statali ad oggi sono previste più ore di reperibilità e verifiche anche a partire dal primo giorno.

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