ROMA. «Rispetto ai fondi europei il calcolo è presto fatto: se verrà scomputato completamente il cofinanziamento, per il 2015 queste nuove regole valgono circa 4 miliardi di euro». A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che intervistato dal Corriere della Sera sottolinea così quanti miliardi in più l'Italia potrà investire grazie alle nuove regole europee sulla flessibilità. «Quanto agli investimenti del piano Juncker non siamo ancora in grado di fare nessuna previsione». «La convenienza del piano Juncker per il nostro Paese - continua l'ex sindaco di Reggio Emilia - sta negli investimenti privati, soprattutto esteri, che può attirare: sul punto noi siamo molto deboli soprattutto nel settore delle infrastrutture. Poi il tema, casomai, è un altro», «che l'Europa - spiega il sottosegretario - ha bisogno di molta più flessibilità sugli investimenti di quella che, pure con soddisfazione, noi abbiamo salutato». E al giornalista che gli chiede a cosa si riferisca l'ex primo cittadino dice: «serve una golden rule piena. In una fase così recessiva con una così grande difficoltà occupazionale avrebbe avuto, e avrebbe molto senso ancora, far partire piani di investimenti nazionali e tenerli scomputati dal patto per certe categorie». Un esempio? «Abbiamo fatto un investimento importante sulla scuola». E alla domanda se il Ponte sullo Stretto potrebbe essere riconsiderato Delrio risponde: «quello del Ponte è uno dei progetti più controversi che richiederebbe una riflessione che non mi pare in questo momento sia all'ordine del giorno del governo».