ROMA. Scatta l'aumento delle accise sui tabacchi e il costo del pacchetto di bionde sale da oggi da un minimo di 10 a un massimo di 20 centesimi. I Monopoli hanno infatti pubblicato il provvedimento di adeguamento dei prezzi di vendita al pubblico di sigarette e trinciati in attuazione del decreto legislativo della delega fiscale. Molti dei marchi più diffusi superano così i 5 euro a pacchetto. Intanto, scoppia la diatriba sul divieto di fumo nei film e nelle fiction. Senza la sigaretta a fior di labbra, l'espressione di Jep Gambardella, il dandy annoiato interpretato da Toni Servillo nella Grande bellezza, sarebbe forse meno beffarda? Niente paura: «nessun divieto» in vista per il fumo nei film o nelle fiction tv. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin fuga i dubbi, replicando alla levata di scudi dei big del cinema italiano contro l'ipotesi di uno stop alle bionde, e rilancia: «L'arte diventi semmai un alleato della prevenzione». A scendere in campo, con una lettera-appello, tante firme del cinema d'autore, da Francesca Archibugi a Paolo Sorrentino, da Gabriele Muccino a Paolo Virzì, da Mario Martone a Gabriele Salvatores: nel mirino, l'idea di «controllare, limitare o addirittura vietare l'uso del fumo delle sigarette nei personaggi dei film italiani». Un'ipotesi affiancata a interventi «sacrosanti» destinati a «contenere il danno del fumo», per esempio nelle «auto con bambini a bordo», ma decisamente in contrasto, a loro giudizio, con la libertà dell'espressione artistica. Tanto più nei giorni drammatici degli «orribili eventi» di Parigi. Il cinema, la letteratura, l'arte, sottolineano all'unisono, «non rispondono e non dovrebbero mai rispondere ad alcun indirizzo, anche il più onorevole, il più giusto, il più sano, il più efficiente». Una «polemica sul nulla», è la risposta del ministro, preoccupata piuttosto per «le immagini vincenti di minori che fumano, si drogano e bevono alcool». «Ho letto la garbata lettera dei registi - spiega - e quello che mi piacerebbe fare è un ragionamento culturale per chi fa fiction e prodotti mirati per i teenager, per favorire la sensibilità in favore di una maggiore prevenzione». L'invito all'arte è perciò quello di farsi «alleata della prevenzione per i minori; ovviamente io non faccio lo sceneggiatore ma il ministro e posso solo lanciare degli inviti affinchè si parli di prevenzione, ma poi uno può decidere liberamente, quando crea un'opera e ha un obiettivo, di usare o meno immagini positive, fermo restando - sottolinea però in conclusione - che in Italia la pubblicità occulta è proibita». Contro l'ipotesi di un 'vietato fumarè sul grande e piccolo schermo si schierano anche i 100autori («inaccettabile»), mentre il Codacons bolla come «vergognosa» la lettera dei registi, chiedendosi se dietro l'appello non ci sia «la paura di perdere i soldi garantiti dalle multinazionali del tabacco attraverso il fenomeno del 'product placement'».