PALERMO. L’obiettivo è quello di portare il prezzo del latte al livello di quello delle altre regioni. E per dare più forza alle loro richieste, si sono riuniti in associazione. È nata così la prima Unione Pastori siciliani che, in poco più di un mese, ha messo insieme 600 persone, tutte con un unico scopo, salvare la pastorizia nell’isola. Il primo risultato raggiunto è stato quello di far arrivare il prezzo del latte dai 75 centesimi di partenza agli attuali ottantadue al litro, ma la strada è ancora lunga e i pastori siciliani annunciano battaglia.
«Fino ad oggi abbiamo subito in silenzio e per questo possiamo solo prendercela con noi stessi - dice Paolo Centonze, presidente dell’Unione - ma non possiamo più andare avanti così perché ne va della nostra sopravvivenza. La Sicilia è una delle maggiori produttrici di latte in Italia e questa associazione è la nostra ultima chance per salvare il settore nell’isola. In Sardegna un litro di latte è pagato ai pastori 1,05 euro, in Toscana 1,25 euro. Con le nostre prime rivendicazioni siamo riusciti a portarlo in Sicilia ad 82 centesimi ma dobbiamo arrivare almeno ad un euro per garantirci dei livelli di sopravvivenza. Un’impresa non facile, considerato che nell’isola ci sono caseifici che acquistano il latte ancora a poco più di sessanta centesimi».
L’unione ha mosso i primi passi da Marsala e, nel giro di qualche settimana, ha fatto proseliti in buona parte dell’Isola. «Il disagio è di tutti i pastori - continua Centonze -. Il nostro non è un mestiere semplice. Devi averlo nel sangue e non ci sono stagioni, condizioni climatiche o malattie che tengano. È necessario che si comprenda che noi facciamo parte di una catena nella quale ci sono anche i caseifici e, se moriamo noi, rischiano di morire anche loro perché verrebbe a mancare la materia prima».
L’Unione Pastori siciliani, nei giorni scorsi, ha chiesto alla Regione di indire un tavolo tecnico proprio per discutere dell’aumento del prezzo del latte. «E dopo il latte passeremo ai cereali - conclude il presidente dei pastori - e anche per questi chiederemo prezzi più accessibili».
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