DETROIT. Non ha nessun rimpianto per l'unione fra Fiat e Chrysler, che ha fatto bene a tutte e due le società. Un'unione da cui è nato un gruppo in gran parte nord americano, con una forte presenza in Europa e in America Latina. L'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, guarda indietro ai cinque anni di duro lavoro che hanno portato alla nascita del gruppo. Fra il pubblico italiano - afferma - c'è una comprensione del fatto che senza Chrysler il futuro di Fiat sarebbe stato più dubbioso. E guarda anche avanti, ai piani di sviluppo futuro in cui rientrano il Brasile e la Cina. E al suo futuro. «Me ne vado fra quattro-cinque anni: ci vorranno quattro anni interi prima che me ne vada», afferma Marchionne, confermando una sua possibile uscita nel 2018, alla conclusione del piano industriale. In corsa per il suo posto - ammette - ci sono meno di dieci persone. A riportare direttamente a lui sono invece 70-80 persone, «per me questo non è strano». Intervistato durante un incontro organizzato da Automotive News a margine del Salone dell'auto di Detroit, l'amministratore delegato di Fca mette in evidenza, comunque, di aver »semplificato« la sua vita, usando ormai solo tre telefoni. Continua però a vivere in aereo. A chi gli chiede il suo parere sulle auto senza guidatore, Marchionne risponde: «Mi piace la tecnologia. La gente vuole guidare». Sul consolidamento del settore dell'auto, l'amministratore delegato di Fca ricorda le esperienze non facili vissute nel settore negli anni 1980-1990: le fusioni e acquisizioni richiedono lavoro e in questo mercato è essenziale consumare meno capitale. Marchionne si dice appassionato del business dell'auto, un «gran business»: «ritengo, e lo posso dire anche ora, che sia più economico acquistare un' auto che produrla». Eccetto che per una Ferrari: la casa di Maranello - afferma Marchionne - è «unica, la sua esclusività non va toccata. E deve essere fatta in Italia, altrimenti è una bestemmia». Il presidente di Ferrari risponde con un secco «no» a chi gli chiedeva se fosse ipotizzabile in futuro un suv Ferrari: «No. Abbiamo altri marchi che possono farlo». Le vendite della Ferrari procedono positive ma in Formula 1 la Rossa ha vissuto una stagione 2014 «disastrosa». Luca Cordero di Montezemolo «ha fatto un grande lavoro. Era il momento di cambiare. La stagione 2015 sarà interessante, aspettiamo di iniziare».