ROMA. Per andare in pensione saranno necessari quattro mesi in più a partire dal 2016. A confermarlo è il decreto del ministero dell'Economia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale allo scadere del 2014. I requisiti d'età per le diverse categorie, lavoratori del pubblico o del privato, uomini e donne, saranno così spostati in là di una stagione, ma le novità non si fermano qui: viene aggiornato anche il sistema delle quote, che vigeva per tutti prima dell'arrivo della riforma Fornero e che ora resta in piedi per determinati target, tra cui però ci sono anche gli esodati, nonchè i prepensionati del pubblico impiego. Per loro da gennaio del prossimo anno il diritto all'uscita verrà conquistato solo una volta raggiunta quota 97,6. Si vive sempre più a lungo, il sistema previdenziale prende nota e chiede 'daziò.
L'allineamento dei requisiti per la messa a riposo è d'altra parte previsto per legge, lo stabilisce una normativa del 2010, secondo cui ogni due anni la durata delle carriere si deve riagganciare a quell'anagrafe, in base a quello che è ormai un trend costante: l'aumento delle aspettative di vita. Il prossimo aggiornamento sarà appunto di quattro mesi, il che significa che dal 2016 per gli uomini le pensioni di vecchiaia scatteranno a 66 anni e sette mesi (oggi 66 anni e tre mesi), così anche per le donne che lavorano nella Pubblica Amministrazione. Per le dipendenti del privato invece l'asticella si alzerà a 65 anni e sette mesi (da 65 anni e tre mesi), mentre per le autonome il nuovo limite sarà di 66 anni e un mese (da 65 anni e 9 mesi). Novità anche per chi esce dal mondo del lavoro seguendo le vecchie regole norme, in sostanza si tratta dei salvaguardati, o più comunemente esodati. In questo momento per loro è necessaria quota 97,3, ma dal primo gennaio 2016 si sale di 0,3 punti. Un aggiustamento che vale, pur se solo per questione di giorni, anche gli esodati, visto che, per ora, i termini per potere accedere alle tutele scadono il sei gennaio del 2016. In caso di provvedimento ad hoc, sopraggiunto nel frattempo, il 'conguagliò potrebbero toccare i dipendenti della scuola che avevano raggiunto i requisiti pre-Fornero entro il 2012 (i cosiddetti 'quota 96').
E anche a loro va il messaggio di auguri del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Siamo scesi in piazza per chiedere politiche concrete per il lavoro e per dire di no a norme che il lavoro non lo aiutano, che non aiutano i giovani e non danno risposte nemmeno alle troppe persone rimaste bloccate dalla riforma Fornero», ricorda la leader del sindacato di Corso d'Italia. E avverte: «Ci aspetta un anno complesso, fatto di altre battaglie». Duro il commento della Lega Nord, che con capogruppo leghista alla Camera, Massimiliano Fedriga, sintetizza con un «vergogna»le ultime novità sulle pensioni: «Governo Renzi senza ritegno, aumenta di quattro mesi l'accesso alle pensioni e di tre mesi per gli esodati. Continuano a fregare i soldi dalle tasche dei più deboli»
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