Giovedì 19 Dicembre 2024

Decapitata Riscossione Sicilia, si dimettono i membri del consiglio di amministrazione

PALERMO. Decapitata Riscossione Sicilia. In meno di due giorni si sono dimessi i membri del consiglio di amministrazione ed è scaduto il contratto del direttore generale. La società partecipata a cui la Regione ha affidato il compito di riscuotere le tasse e dare la caccia agli evasori si avvia così verso un fallimento che potrebbe aprire le porte anche nell’Isola a Equitalia. Ed è su questo che sta maturando un altro braccio di ferro fra Crocetta e l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. Le dimissioni del consiglio di amministrazione sono arrivate il 30 dicembre. A lasciare sono stati la presidente Lucia Di Salvo, avvocato e fedelissima di Crocetta, il dirigente regionale Gaetano Chiaro e Maria Mattarella. Il 31 dicembre è poi scaduto il mandato del direttore Ermanno Sorce. In questo momento dunque la società non ha alcuna guida. E resta però sommersa da debiti che la rendono, a prescindere dai ruoli, ingovernabile. Secondo le ultime rilevazioni ufficiali, fatte un anno fa, Riscossione ha accumulato perdite per 60 milioni e mediamente aumenta di una ventina di milioni all’anno il suo buco. La società infatti ha enormi difficoltà a riscuotere al punto che la Procura della Corte dei Conti avrebbe inviato ai dirigenti degli avvisi a dedurre (una sorta di avviso di garanzia) nell’ambito di indagini aperte per danno erariale. Riscossione è controllata dalla Regione che detiene il 99,885%. E una piccola quota (0,115%) è in mano proprio ad Equitalia. Fino a qualche anno fa i dipendenti erano un migliaio, ora sfiorano gli 800. Appena sei mesi fa la Regione aveva assicurato una iniezione di liquidità da 40 milioni ma ciò non è bastato a superare le difficoltà gestionali. E da qui sono partite le dimissioni a raffica dei vertici. Poco convinti, è il senso dei boatos, del futuro che attende Riscossione alla luce dei piani che Baccei sta mettendo in cantiere per le partecipate regionali. L’assessore vorrebbe chiudere quasi tutte le società regionali. Forte, va detto, del fatto che quasi tutte registrano perdite e sprechi tanto più grandi quanto trascurati, come ha rilevato la Corte dei Conti in più di una inchiesta. L’assessore ha già lasciato trapelare queste intenzioni, che hanno provocato un terremoto a Sviluppo Italia Sicilia. E ora la stessa sorte toccherebbe a Riscossione, il cui ruolo verrebbe assorbito proprio da Equitalia: la Sicilia verrebbe dunque gestita da questo punto di vista al pari di tutte le altre nel panorama nazionale. Crocetta non ha ancora commentato ufficialmente queste indiscrezioni ma avrebbe fatto sapere di voler invece provare a salvaguardare il ruolo autonomo della società di riscossione siciliana. E dunque anche questo sarà un tema al centro dell’agenda, visto che Baccei ha informalmente inviato nei giorni scorsi a Palazzo d’Orleans una serie di bozze di riforme - dal personale alla previdenza passando da partecipate e forestali - che dovrebbero essere discusse dalla giunta nelle prossime settimane per diventare il cuore della Finanziaria di aprile. Quella che introdurrà misure strutturali di rientro dal deficit in seguito alla quali Roma dovrebbe garantire una mano d’aiuto per uscire dall’emergenza economica. Ma il clima in cui tutto ciò sta maturando è di scontro interno alla giunta e il primo test, domani, sarà proprio l’esame all’Ars dell’esercizio provvisorio sulla cui formulazione Crocetta e Baccei hanno già espresso le loro linee diverse.  

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