ROMA. Pugno di ferro con chi froda volontariamente il fisco, mano più morbida e «amica» con chi invece non paga per difficoltà o impossibilità. È questa la ratio ispiratrice del decreto attuativo della delega fiscale sulla certezza del diritto, approvato dal governo il 24 dicembre su proposta del ministro Pier Carlo Padoan.
Sanzioni. Presentando il decreto, Matteo Renzi ha parlato di sanzioni inasprite per chi evade, con il tentativo però di «porre il pubblico come consulente non come nemico» dei contribuenti. Si allungano infatti i tempi di reclusione e si abbassano le soglie di evasione considerate punibili per frodi e omesse dichiarazioni, mentre si accorciano le prospettive di carcere e si alzano gli importi per coloro che non mettono in pratica appositi artifizi finalizzati all'evasione. In particolare, per le dichiarazioni fraudolente la pena resta compresa tra un anno e sei mesi e sei anni, ma la soglia dopo la quale scatta il reato scende da 75 mila a 30 mila euro.
Nel caso di omessa dichiarazione l'inasprimento è evidente: la pena sarà compresa tra un anno e sei mesi e quattro anni (contro i precedenti da uno a tre anni) e la soglia scende da 75 mila a 50 mila euro. Gli importi salgono invece, dimostrando un allentamento, nel caso di dichiarazione infedele: da 1 a tre anni di reclusione in caso di evasione di imposta superiore a 150 mila euro (contro i precedenti 50 mila) e di imponibile di 3 milioni (da 2 milioni). Anche per il mancato versamento dell'Iva viene introdotta per la prima volta una soglia, posta a 150 mila euro (anche in questo caso un allentamento), con la pena da sei mesi a due anni di reclusione. In tutti i casi di condanna è sempre ordinata la confisca dei beni.
Attenuanti ed aggravanti. In caso di pagamento dei debiti tributari in fase di conciliazione i reati relativi a dichiarazione infedele, omessa dichiarazione e omesso versamento dell'Iva sono estinti e le pene per i reati fraudolenti sono diminuite della metà. Sono invece tutte aumentate della metà se le imposte evase superano un milione di euro e se il reato è commesso nell'esercizio di attività bancaria o finanziaria.
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