ROMA. I tagli alle auto blu saranno spalmati nell'arco del 2015, con una gradualità che rispecchia le dimensioni del parco macchine di ciascuna amministrazione centrale. Lo stabilisce il dpcm sulle auto blu, pubblicato in G.U. l'11 dicembre. La sforbiciata, che prevede un tetto di 5 auto per amministrazione, dovrà essere ottenuta nei prossimi 2 mesi per gli enti che attualmente hanno a disposizione fino a 50 auto. Fino a 100 la scadenza è per giugno, oltre quel limite il termine è fissato a fine 2015. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri attua la riduzione già prevista nel dl sul bonus 80 euro convertito in legge a fine giugno, scaglionando la riduzione delle vetture anche a seconda della dimensione dell'ente. Ecco che per le amministrazioni con meno di 50 dipendenti l'auto a disposizione sarà soltanto una; quelle con un numero di addetti tra i 51 e i 200 potranno contare su una coppia; se l'amministrazione vanta un personale ancora più esteso ma sotto i 400 le auto diventeranno; tre fino a un massimo di cinque veicoli per quelle con oltre 600 lavoratori. Deroghe sono previste solo per il premier e per i vertici del Governo: in aggiunta ai limiti fissati, si legge, può essere «assegnata un'ulteriore autovettura, in uso esclusivo e limitatamente al periodo di durata dell'incarico, al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri», stabilisce sempre il decreto. Le soglie, viene inoltre chiarito, riguardano «ciascuna amministrazione centrale dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi comprese le strutture di cui si avvale ciascun Ministro senza portafoglio, le Forze di polizia le Forze armate e le Agenzie governative nazionali, comprese le agenzie fiscali». Per ora quindi si tratta dello Stato ma il decreto stabilisce che anche le regioni e gli enti locali, nell'ambito di rispettiva competenza, adeguino i propri ordinamenti a quanto previsto. Inoltre viene precisato nel dpcm come «l'utilizzo delle autovetture di servizio a uso non esclusivo a disposizione di ciascuna amministrazione» sia «consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio, che non comprendono lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio». Le risorse derivanti dai risparmi ricavati dal taglio delle auto blu possono essere destinate, in aggiunta a quanto disponibile a legislazione vigente e «nella misura massima del 50%», all'acquisizione di buoni taxi. Lo prevede il dpcm denominato per la 'determinazione del numero massimo e delle modalità di utilizzo delle autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone'. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri attua la riduzione già prevista nel dl sul bonus 80 euro convertito in legge a fine giugno, scaglionando la riduzione delle vetture anche a seconda della dimensione dell'ente. Ecco che per le amministrazioni con meno di 50 dipendenti l'auto a disposizione sarà soltanto una; quelle con un numero di addetti tra i 51 e i 200 potranno contare su una coppia; se l'amministrazione vanta un personale ancora più esteso ma sotto i 400 le auto diventeranno; tre fino a un massimo di cinque veicoli per quelle con oltre 600 lavoratori. Deroghe sono previste solo per il premier e per i vertici del Governo: in aggiunta ai limiti fissati, si legge, può essere «assegnata un'ulteriore autovettura, in uso esclusivo e limitatamente al periodo di durata dell'incarico, al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri», stabilisce sempre il decreto. Le soglie, viene inoltre chiarito, riguardano «ciascuna amministrazione centrale dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi comprese le strutture di cui si avvale ciascun Ministro senza portafoglio, le Forze di polizia le Forze armate e le Agenzie governative nazionali, comprese le agenzie fiscali». Per ora quindi si tratta dello Stato ma il decreto stabilisce che anche le regioni e gli enti locali, nell'ambito di rispettiva competenza, adeguino i propri ordinamenti a quanto previsto. Inoltre viene precisato nel dpcm come «l'utilizzo delle autovetture di servizio a uso non esclusivo a disposizione di ciascuna amministrazione» sia «consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio, che non comprendono lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio».