ROMA. Cresce la spesa sanitaria del 43% in poco più di un decennio, passando dai 79 miliardi del 2002 ai 113 del 2012. Ma l'aumento, pur se altissimo, è inferiore a quello registrato negli ultimi anni, perchè cresce, di pari passo, la spesa a carico del cittadino, soprattutto se malato cronico. Nel 2011, infatti, l'aumento registrato sul decennio era stato pari al 48%. È quanto emerge dall'VIII Compendio SIC Sanità in Cifre, lo studio annuale di FederAnziani con i dati salienti del Servizio Sanitario Nazionale, presentato oggi al Ministero della Salute. A fronte di una sanità pubblica intasata da un miliardo 365 milioni di prestazioni erogate ogni anno, in media 22,7 pro capite ma di cui il 30/40% inutili, a sostenere sempre più di tasca propria le spese per curarsi e, a volte, è costretti a rinunciarvi per ragioni economiche, sono i cittadini. In particolare, nel 2013, la spesa per farmaci a loro carico è stata di circa 436 euro. Altro aspetto critico, è la mancanza di assistenza territoriale, di cui fanno le spese soprattutto gli over 65. «Se dovessi dare un voto al nostro Servizio Sanitario Nazionale, direi 10 e lode per l'emergenza e le acuzie, perchè da questo punto di vista è tra i migliori in Europa. Mentre per la gestione delle cronicità, il voto estremamente insufficiente è ancora inadeguato», commenta il presidente di FederAnziani Roberto Messina. «L'assistenza del territorio - prosegue - non esiste. Senza una vera presa in carico del malato da parte da parte dei medici di medicina generale, il Ssn si sgretolerà». Una criticità confermata anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «La politica sanitaria si deve muovere nella direzione di un'assistenza continuativa che, basandosi su un'adeguata integrazione tra componenti ospedaliere e territoriali, assicuri la continuità dei servizi per gli anziani», scrive in un messaggio di saluto.