ROMA. La crisi continua a martellare le imprese e il 2014 è stato un altro anno nero per il commercio e il turismo con un saldo finale tra aperture e chiusure negativo per 35mila unità. E gli esercizi che aprono hanno una vita sempre più breve: la percentuale di quelli che cessano l'attività dopo 3 anni è ormai sopra il 40%. A scattare la fotografia è Confesercenti, che per il prossimo triennio intravede segnali di miglioramento, anche se a trainare la ripresa sarà quasi solo il settore turistico. In particolare tra gennaio e dicembre a chiudere sono state 91.975 imprese, mentre ci sono state 56.677 nuove aperture. In uno scenario di spesa stagnante e spending review delle famiglie le imprese «si sono difese» a colpi di promozioni: le ha praticate l'83%, per uno sconto medio del 27%. Per quanto riguarda il settore commercio a trascinare in rosso il bilancio è quello al dettaglio in sede fissa, in profonda sofferenza: durante l'anno le chiusure (49.517) sono state più del doppio delle aperture (23.005). Positivo, invece il saldo delle imprese su area pubblica: banchi e bancarelle registrano un incremento di 2.824 attività. Meglio ma di poco il comparto turistico, che riunisce le attività dell'alloggio, della ristorazione e del servizio bar. Sono state perse complessivamente 11.789 imprese, risultato di quasi 17mila nuove aperture e oltre 28mila chiusure. Nonostante l'ennesimo bilancio negativo, si intravedono segnali di miglioramento: a partire dal prossimo anno si assisterà a un'inversione di tendenza e ad un lento ripopolamento del tessuto imprenditoriale. Tra il 2015 e il 2017 Confesercenti prevede la rinascita dei piccoli negozi alimentari, il boom di e-commerce e commercio alternativo (ambulanti, banchi e mercati) e il crollo degli esercizi non specializzati. Il turismo farà la parte del leone con dati di crescita complessiva da oggi al 2017 di quasi 28 mila unità corrispondenti a una variazione del +2,2%. Ma sarà un quadro profondamente mutato rispetto a quello precedente alla crisi, con una crescita delle nuove imprese concentrata soprattutto nel comparto turismo (+27.765). Durante l'anno i consumi delle famiglie sono stati praticamente uguali a quelli del 2013, con una crescita di appena lo 0,2%. Si è trattato, insomma, di un altro anno di difficoltà: secondo un sondaggio condotto da Confesercenti con SWG, anche nel 2014 è continuata la spending review delle famiglie, con il 92% degli italiani che ha dichiarato di aver ridotto qualche capitolo di spesa.